Page 414 - Missioni militari italiane all'estero in tempo di pace (1861-1939)
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dalla popolazione locale accalcata sulle tribune ed intorno al campo di volo(64).
Proveniente da Gedda, alla presenza dell'emiro Feysal e del Ministro della Guerra,
ricevuti da cori di studenti inneggianti all'aviazione, alle 8,30 si portò all'atterraggio
il Caproncino di Ciccu, seguito da quello di Abdullah Mandili con il motorista
Saleh Khatib che atterrarono tra applausi scroscianti ed alte grida del pubblico. I
piloti furono felicitati dall'emiro, visibilmente commosso, e la cerimonia proseguÌ
tra l'entusiasmo generale. Come ebbe a commentare a Roma Persico, la festa
dell'aviazione di Taif "nella mente delle autorità saudite e nel cuore delle folle [ ... ]
significava un pubblico riconoscimento delle qualità dimostrate dai piloti saudiani"
ma anche un omaggio all'Italia "per l'amicizia dimostrata al regno arabo saudiano
e per l'assistenza accordatagli. Tale omaggio," proseguiva, "dimostra che la nostra
assistenza aeronautica [ ... ] è uscita definitivamente dalla fase iniziale in cui esistevano
diffidenze da parte delle autorità e incredulità del pubblico alimentata da una
insidiosa e persistente propaganda di alcune legazioni estere"(65). Quale prima
risposta all'entusiasmo suscitato dalla festa dell'aviazione, il governo saudita espresse
il desiderio di acquistare altri apparecchi, mentre Persico propose Ciccu per una
ricompensa: il 15 novembre il valente istruttore fu nominato con motu proprio
sovrano cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro(66).
Avviata in questo modo l'attività della scuola iniziò l'attesa per la consegna dei
trimotori Ca.101bis che, essendo in grado di trasportare un discreto carico bellico
e strettamente derivati dal bombardiere che si era distinto nel recente conflitto
etiopico, avrebbero costituito il primo vero elemento operativo dell'aeronautica
saudita, come Tavazzani non aveva mancanto di segnalare(67). Il ritardo nella consegna
del primo esemplare discendeva da diversi ordini di motivi, tra cui in primo luogo
la mancanza di adeguate strutture per il ricovero, particolarmente necessarie per
proteggere gli aerei nella stagione delle piogge. Tempesti aveva già segnalato questa
esigenza sin dal 27 maggio, inducendo il Ministero a proporre al governo saudita
diversi hangar metallici o a struttura mista di grandi dimensioni(68). Per venire incontro
alle esigenze saudite, il Ministero dell' Aeronautica stabilì infine di fornire una
aviorimessa Saporiti S.52 da m. 52x33x7 al prezzo di 400.000 lire montata sul posto,
accollandosi le restanti 220.000 lire. La proposta venne accettata con la clausola di
rateizzare il pagamento in due soluzioni semestrali. I.:hangar venne spedito da Genova
il 24 ottobre con la nave Alberto Treves. Il montaggio dell'aviorimessa, effettuato da
personale della ditta sotto la direzione dell'ingegnere Ricci, fu completato il 23
febbraio 1937: tra le difficoltà superate vi fu anche la perdita di parte degli elementi
nel naufragio di un sambuco nei pressi di Gedda.
Il ritardo era tuttavia dovuto anche alla necessità di effettuare una completa
revisione dei Ca.101bis che, a differenza dei Ca.l00, non erano di recente costruzione
ma provenivano dalla disciolta compagnia aerea Nord Africa Aviazione, costituita
per iniziativa di Luigi Maria Ragazzi il 4 luglio 1931 e basata a Bengasi(69). Sino
al 1 0 agosto 1935, quando fu incorporata nell'Ala Littoria, la Nord Africa Aviazione