Page 108 - Momenti della vita di guerra - Dai diari e dalle lettere dei caduti
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Spiriti militari  59

               i nemici s’affrettano ad alzare le mani. Sono più di cento con cinque ufficiali e due
               mitragliatrici. La trincea è ripresa, un pezzo da 75 riconquistato, parecchi prigionieri
               cavalleggeri liberati. Un fonogramma ci porta subito l’encomio del Comando di
               sottosettore; siamo esultanti, ebbri, storditi. Ma non è finita. Quota 12 non è stata
               ancora ripresa. Arrivano sollecitamente rinforzi. Si sgombrano i feriti. La battaglia si
               riaccende furiosa specialmente sulla sinistra verso le 16. Da quota 121 vediamo gli
               austriaci scendere all’attacco di quota 93. Anche lassù la cavalleria ha momentanea-
               mente ceduto; accorre il nostro terzo battaglione richiamato in fretta da San Polo ed
               il breve successo del nemico volge presto in nostro vantaggio, lasciando un altro cen-
               tinaio di prigionieri. Il 16, 17, 18 e 19 attacchi e bombardamenti di minore violenza
               e intensità. Siamo tuttora a presidio delle sconvolte trincee, perché la cavalleria e sta-
               ta ritirata tutta indietro per la necessaria riorganizzazione, salvo qualche squadrone
               meno provato. È così circa un mese che siamo in prima linea e ci sentiamo stanchi,
               ma, se vorranno passare, dovranno prima ucciderci fino all’ultimo .
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               Di questo suo carattere militare faceva ingenua pompa con la fidanzata. L’incorag-
            giava e l’ammoniva con l’esempio dei romani e delle romane educati «gli uni per com-
            battere, le altre per incitare e sospingere».
               Ma il sogno d’amore occupava le vigilie di trincea del morituro. Vedeva come in un
            miraggio l’amata:
                 Io sono pazzo – scriveva – ed una granata scoppiandomi vicino, sembra me lo urli
               in faccia; quando ti scrivo, dileguano dalle mie pupille le atroci visioni e non vedo
               che te, amor mio, sempre piu bella, sempre più desiderabile…
                 I proiettili, stasera, mi sembra s’avventino con maggior ferocia e ironia del solito.
               Minacciano la morte a chi vuol vivere, a chi ha sete di amore. Il cielo è sereno, su-
               perbamente stellato; una brezza mite increspa le onde calmissime come se voluttuo-
               samente fremessero sotto il bacio pieno della luna! Quanta dolcezza serena scende su
               questa terra rossa di sangue…
                 Il tuo Riego ti vuole bene, tanto bene; e il tuo amore lo protegge. Io sono tranquil-
               lo, vedi, non pavento né sfuggo le future battaglie, solo mi preoccupo di compiere
               coscienziosamente il mio dovere.
                 Ora, mentre forse tu dormi, percorrerò la linea perché nessuno si addormenti, e
               tutti vigilino fino all’alba, sempre pensando a te .
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               Il sogno d’amore non si compì. Riego Arrighi cadde il 4 luglio 1916.
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