Page 308 - Momenti della vita di guerra - Dai diari e dalle lettere dei caduti
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Gli umili  259


               Talora anche nelle menti degli umili sorge il dubbio d’un tracollo di civiltà, al pen-
            sare alla vita anteriore al 1914.
                 (Senza indicazioni). Io sono talmente compreso di vergogna a dover assistere a
               queste cose in un mondo pieno di bellezza e di gentilezza com’era un tempo. Ora si
               è ritornati ai tempi in cui l’uomo era ancora un essere irragionevole .
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               Ma poi vince la cura dei bisogni e delle tristezze immediate. La posta è uno dei più
            pungenti desideri del prigioniero appena arrivato: poter tendere un tenue filo sopra il
            baratro della guerra e sentir giungere da lontano un’eco, una voce di donna piangente,
            che esprime il suo dolore stilizzandolo in forme che ricordano i lamenti delle spose
            dell’antica poesia italiana. Uno resta «colla penna in mano e colle lagrime agli occhi al
            dover parlarvi con la carta e non con la bocca» . Un prigioniero del campo di There-
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            sienstadt, forse un disertore scriveva ai suoi.

                 (Theresienstadt – Ro, Ferrara). Quando vedo agli altri che spesso ricevono notizie
               dalle loro cari, io mi geme il cuore e dico ma quand’è che posso averne una anch’io .
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               Un internato trentino scriveva dal campo di Reichenau.
                 (Reichenau – Pilcante). Per il mio misero quore sono stato 5 mesi di coltellate di
               continuo. Dopo poi a forsa di tanto desiderare e aspetare mi arivai una tua lettera per
               meso di tuo cugino B. quando la ho ricevuta tremavo tutto dalla consolazione non
               mi pareva neppure la verità che e una tua letera scrita colle tue mani nel legerla mi
               cascava le lagrime dalli occhi come quando il tempo è imborasca e che piove forte .
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               Lo stesso spasimo dall’altro capo. Una madre scrive al figlio prigioniero:

                 (Italia – Mauthausen). Caro figglio non puoi immaginarti quando ricevo il tuo
               foglio dico questo foglio è stato in mano del mio figlio. E lo ricopro di bacci e lo
               scringo fra le mie mani come tanaglie .
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               Una moglie molisana così scriveva al marito:

                 (Campomarina, Campobasso - Mauthausen). Mio tesoro, io ti scrivo sempre per-
               che considero che lo stesso tu sei al par di noi, quando saprai nostre nuove starai più
               contente [contento], dunque ti raccomendo non lasciarmi sempre in queste simili
               condizioni, che io questa mattina aspettavo come aspetta un povero affamato un
               tozzo di pane, così io aspettavo la tua cartolina poi che il postiere passo dritto a mi
               niente consignò io non ho fatto altro che piangere.

                  P. Caro tutti si vedono coi loro cari o feriti o ammalati e tornano in licenza e noi
               quando sarà quel sospirato giorno che ci potremo vedere mai più di separarci o mio
               Dio, sia presto .
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