Page 25 - Repertorio degli Ufficiali dei Carabinieri Reali 1814-1871
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XXIV RepeRtoRio degli ufficiali dei caRabinieRi Reali 1814 - 1871
dei Carabinieri Reali sulle basi istesse ad un dipresso su cui esistono in oggidì e
che, desunte da quelle che reggevano la gendarmeria francese, posero quel corpo in
caso di rendere sempre eminenti servigi. Ne ebbe il comando, col grado di colon-
nello, il conte Provana-Bussolino, che ebbe per luogotenente colonnello un altro
Provana; gli altri ufficiali del corpo poi erano uomini provati tutti per lunga serie
di anni od al servizio del re o delle potenze alleate, ed alcuni, come Beccaria, Ber-
nardi, aveano appartenuto alla gendarmeria francese: Rivarossa, antico ufficiale
del reggimento Marina, avea quindi servito in Francia nella legione del mezzodì;
un Cottalorda nei corazzieri; un Cacherano nelle guardie d’onore imperiali; ed un
Claretti-Garzino ed un Veggi veniano dal servizio d’Austria. Alcuni altri, come
Morra Carlo, erano antichi ufficiali piemontesi che non aveano più ripreso servizio,
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ed il cav. Trotti, attuale luogotenente-generale usciva dalla regia marina” . In tal
modo, il sovrano accettò tra le sue fila anche militari che avevano servito l’Impera-
tore dei Francesi e Re d’Italia.
La forza del Corpo, alla sua costituzione, ammontava a: 27 ufficiali; 17 mare-
scialli di logis (d’alloggio), di cui 4 a piedi e 13 a cavallo; 120 brigadieri, di cui 51
a piedi e 69 a cavallo e 639 carabinieri, di cui 272 a piedi e 367 a cavallo. Comples-
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sivamente si trattava di 803 militari di tutti i gradi . Anche Piero Pieri indica in 27
il numero degli ufficiali del giovane Corpo sottolineando che questi “dovevano più
che mai essere scelti con cura speciale, ed, in particolare, essere capaci; così che
si presero in buon numero fra i veterani degli eserciti di Francia. Nel febbraio del
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1815 il Corpo venne portato a 1200 uomini” .
In effetti, già un attento studioso della storia dell’Istituzione si era espresso a
proposito degli ufficiali che avevano costituito la prima aliquota: “che dire poi
degli ufficiali, distintissimi tutti, e scelti in gran parte tra i più bei nomi dell’aristo-
crazia piemontese? Se nell’Arma, meglio che negli altri corpi dell’esercito sardo,
la fusione tra elementi di diversa provenienza poté compiersi senza scosse ed in un
tempo relativamente breve, la ragione essenziale va per l’appunto ricercata nella
scelta accurata dei quadri. Pei provenienti dall’esercito francese Vittorio Emanuele
non aveva mai avuto simpatia. Per Lui non erano che degli ubriaconi, dei bevitori
25 ferdinando a. pinelli, Storia Militare del Piemonte, Torino, T. De Giorgis, 1854, vol.
2° “Epoca seconda – Dal 1796 al 1831”, pp. 403-4. Si fa riferimento, con ogni probabilità,
a Bruneri di Rivarossa.
26 Situazione della forza del Corpo dei Carabinieri Reali sulla base dello stato dimostrativo
n. 2 allegato alle Determinazioni di S.M. del 9 agosto 1814 per la formazione del Corpo
de’ Carabinieri Reali. A giudizio di Denicotti, gli ufficiali, in un progetto originario sareb-
bero dovuti essere “50, compresi il Comandante ed il Quartier Mastro (cioè 1 Colonnello,
1 Tenente colonnello, 1 Quartier Mastro, 18 Capitani di cui 9 di prima e 9 di seconda clas-
se, 17 luogotenente ed 11 sottotenenti, più 1 Aiutante maggiore)”. Cfr. R. denicotti, Delle
vicende cit., p. [30].
27 piero pieri, Storia Militare del Risorgimento - Guerre e insurrezioni, Torino, Einaudi,
1962, p. 40, anche nella ristampa anastatica curata dalla Commissione Italiana di Storia Mi-
litare nel 2010 e con un saggio introduttivo di Piero Del Negro.