Page 36 - Repertorio degli Ufficiali dei Carabinieri Reali 1814-1871
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Gli ufficiali dei carabinieri reali (1814-1871)                          XXXV


              b.   le conseGuenze sui carabinieri
                 In sostanza, tolti alcuni appartenenti che militarono nelle fila dei costituzionali-
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              sti (dei quali i più noti furono il tenente Laneri , i sottotenenti Allemandi e Degri-
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              baldi e il brigadiere Pansa), la maggior parte rispose alla chiamata lealista  su una
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              forza totale, al 1818, di 1200  effettivi sulle oltre 28000 unità che componevano
              l’Esercito sardo.
                 Fondamentalmente si può ricordare che “se si esclude l’episodio di piazza Car-
              lina o l’appoggio dato da qualche singolo carabiniere alla Costituzione in occa-
              sione dei vari momenti insurrezionali, non si può dire che ci sia stata un’adesione
              alla rivolta da parte dell’Arma nel suo complesso; d’altra parte lo stesso episodio
              di piazza Carlina […] dimostra sì che una compagnia di Carabinieri accettò (o fu
              costretta ad accettare) di unirsi ai rivoltosi, ma anche che le altre compagnie non
              vedevano l’ora di andarsene da Torino, dopo avere per una decina di giorni, tentato
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              di bloccare con ogni mezzo l’iniziativa costituzionale” .
                 I militari erano rimasti a Torino “essendo indispensabile la presenza di sì impo-
              nente Corpo, sia per la sicurezza delle Estere Legazioni, delle Autorità fedeli, e dei
              buoni cittadini, sia per preservare le Carceri e le Casse pubbliche dai tentativi dei
              male intenzionati” . Altrove furono quasi sempre fruttuosi i tentativi condotti per
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              cercare di contenere il moto, che ebbe riflessi negativi sull’ordine pubblico - oltre
              che a Torino - a Savona, dove fu “sorpresa e fatta prigione tutta la brigata dei cara-
              binieri reali” da un forte contingente del Corpo Franco comandato dal colonnello
              Pastoris che fece trascinare seminudo il capitano Agnelli dapprima in strada e poi
              di seguito sino a Genova, divulgando nel contempo i documenti “che riguardavano
              diversi individui sospetti dello stesso paese”.
                 In ogni caso, come confermato dallo stesso Cavassanti e ricordato da Marsengo
              e Parlato, la discriminazione del personale sul cui comportamento vi erano suf-
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              ficienti prove di “collaborazionismo” fu condotta graduando le sanzioni  e pre-

              61   Uno dei pochi ufficiali per i quali la condanna capitale fu eseguita.
              62   Pieri ricorda che tra le truppe fedeli al sovrano e riunitesi a Novara sotto il comando del
              generale de La Tour vi erano “185 carabinieri a cavallo e 112 a piedi”. Cfr. p. pieri, Storia
              Militare del Risorgimento cit., p. 101.
              63   a. roVini, La relazione del Capitano Zerboni cit., p. 43. I dati sono stati ricavati dalla
              Storia militare del Piemonte del Pinelli.
              64   g. MarSengo, g. parlato, Dizionario dei Piemontesi compromessi cit., p. 144*. È no-
              to che una compagnia, l’ultima delle quattro che si stavano allontanando da Torino, fece
              un repentino dietro-front e passò ai costituzionalisti, peraltro quando si avvicinò a questi
              al galoppo fu accolta da una scarica di fucileria che provocò un morto e un ferito tra i Ca-
              rabinieri Reali.
              65   e. de roSSi, Il Corpo dei Reali Carabinieri cit., p. 23.
              66   Attraverso la messa a disposizione dell’uditore generale di guerra, o con il passaggio al
              Corpo franco o con il congedo, e. de roSSi, Il Corpo dei Reali Carabinieri cit. e g. Mar-
              Sengo, g. parlato, Dizionario dei Piemontesi compromessi cit.
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