Page 40 - Repertorio degli Ufficiali dei Carabinieri Reali 1814-1871
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Gli ufficiali dei carabinieri reali (1814-1871) XXXIX
3. il Periodo feliciano: la riorGanizzazione del 1822
La presenza di alcuni appartenenti al Corpo a fianco dei costituzionalisti nel
1821 non pregiudicò la fiducia che il nuovo sovrano aveva riposto nei Carabinieri
Reali, tanto che egli conferì agli stessi, in premio per la prova di efficienza e fedel-
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tà, ulteriori attestazioni e riconoscimenti .
Le prove di affidabilità dei militari dell’Arma al sovrano sono, infatti, alla base
della decina di promozioni da maresciallo d’alloggio a ufficiale concesse proprio
all’indomani del fallito moto insurrezionale, accanto alla necessaria discriminazio-
ne dei militari maggiormente compromessi politicamente.
L’ascesa di Carlo Felice ebbe una serie di importanti ricadute per l’Istituzione.
Dapprima il 12 ottobre del 1822 furono promulgate le Regie Patenti relative alle
prerogative e ai compiti del Corpo e poi il 16 ottobre fu emanato il primo Regola-
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mento Generale del Corpo .
I buoni servizi resi dai Carabinieri convinsero il re a estenderne la competenza
anche alla Sardegna; a riguardo le disposizioni del 12 ottobre introdussero, tra
l’altro, l’estensione del territorio con la costituzione di comandi per la Sardegna
e l’assorbimento del Corpo dei Cacciatori Reali di Sardegna, reparto che aveva
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svolto compiti di polizia circoscritti però alla sola Isola .
La circolare n. 3486 del 6 dicembre 1822 (di trasmissione delle Regie Paten-
ti e del Regolamento Generale), emanata dall’Ispettore generale dei Carabinieri
Reali, oltre a riferire che il sovrano si era dimostrato estremamente soddisfatto
dell’operato di questi ultimi, all’articolo 1 rilevava “se da una parte le nuove Paten-
ti danno una maggiore considerazione all’Arma, dall’altra le danno maggior forza
e maggiori mezzi per ottenere lo scopo della sua istituzione. I gradi nel Corpo dei
Carabinieri Reali sono fissati in modo da togliere ogni incertezza, e prevenire ogni
contestazione nell’Armata”. Questa affermazione appare utile per comprendere
che vi fu qualche frizione tra l’Esercito e i militari del Corpo.
Non va dimenticato che lo “sbarco” in Sardegna rappresentava una formidabile
occasione per il monarca del momento: avere a disposizione un unico corpo scelto
fra gli altri in grado di garantire l’azione informativa e d’intervento nel delicatis-
simo campo della sicurezza e dell’ordine pubblico e per di più a sua personale di-
sposizione, come testimoniato dall’importante privilegio concesso al comandante
73 Per il comportamento dei Carabinieri durante i moti del 1821 in Piemonte si rimanda al-
la relazione diretta al Re Carlo Felice da parte del Colonnello Giovanni Maria Cavassanti
all’indomani degli avvenimenti in e. de roSSi, Il Corpo dei Reali Carabinieri cit..
74 Questo rimase in vigore per circa 70 anni, sino al 1892.
75 Tale Corpo era subentrato ai Moschettieri di Sardegna, unità a piedi composta sia dai mi-
litari della Reale Gendarmeria Genovese che erano stati, in parte, inviati sull’Isola sia dal
personale residuo dei Cavalleggeri di Sardegna che era rimasto in Sardegna dopo che la
maggior parte del Corpo era stata richiamata in terraferma.