Page 220 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
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Scenari Sahariani – Libia 1919-1943 “La via itaLiana aLLa guerra neL deserto”
mitragliatori montati su trattori A.S.37. Il livello di addestramento poteva dirsi
buono e tutto lasciava supporre che all’occorrenza avrebbero dato buona prova,
anche se sarebbe stato opportuno dotarle di qualche autoblindo per aumentarne
la capacità di combattimento. Di queste tre compagnie la 1 era a Zella, con
a
il compito di sbarrare il passo a eventuali colonne avversarie provenienti da
Cufra e Tazerbo, la 2 a Umm el Araneb, nel settore di Murzuch, per coprire le
a
a
provenienze da Gatrun e Tmessa, la 3 a Sebha, pronta a rinforzare l’una o l’altra.
Le altre due, ancora in attesa delle armi anticarro e degli automezzi, erano per il
momento a Hon.
Il ruolo dell’aviazione era in questo contesto di fondamentale importanza,
quale componente irrinunciabile di quel binomio mezzo ruotato-velivolo che
aveva a suo tempo trovato la massima espressione nel Battaglione Sahariano.
Ben diretta dal tenente colonnello Michele Leo, l’aviazione sahariana era molto
attiva, almeno per quanto lo permettevano i mezzi a disposizione, nell’ambito
di un dispositivo integrato che vedeva i velivoli proiettare a distanza l’azione di
sorveglianza e di controllo delle pattuglie motorizzate. Nel settore sudorientale
veniva giornalmente battuta la regione a est di Zella e due volte la settimana
venivano coperte anche le provenienze da Tazerbo, più a sud due Ghibli rischierati
da Sebha a Gatrun esploravano ogni giorno le possibili direttrici di penetrazione
da Tummo e Bardai, e saltuariamente coprivano quelle da Cufra verso Uau el-
Chebir e Tmessa. Anche per l’aviazione sahariana era però necessario procedere
a un adeguamento dello strumento e di questo erano ben consapevoli sia Piatti
Dal Pozzo che Leo, prima di lui al vertice del Comando Militare del Sahara
Libico. Il 3 marzo il passaggio di consegne tra i due ufficiali era stato anche un
passaggio di consegne tra due forze armate. Il disegno di Italo Balbo di affidare il
controllo della regione sahariana alla Regia Aeronautica era stato messo da parte,
non sopravvivendo alla distruzione della struttura che di questo progetto era
stata la più diretta manifestazione, il Battaglione Sahariano, ma il ritorno a una
soluzione più ortodossa, che restituiva all’esercito la responsabilità della difesa di
quei territori, non aveva significato un ridimensionamento del ruolo della Regia
Aeronautica, in quanto solo il mezzo aereo poteva assicurare la mobilità e la
flessibilità necessarie.
Anche dopo l’arrivo a Hon nella seconda metà di febbraio di qualche S.81 e
di una sezione della 95 Squadriglia del 18° Gruppo con 5 CR.42, la componente
a
più numerosa dell’aviazione sahariana era rappresentata dai 22 bimotori Ca.309
a
a
Ghibli delle squadriglie 26 e 99 concentrati sui campi di Hon e di Sebha dopo
il ripiegamento del personale e dei velivoli in precedenza dislocati a Ghat,
Murzuch, Agedabia e Gialo. In considerazione di questa situazione, che il 1°
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53 Il 27 febbraio l’aviazione sahariana schierava 6 Ghibli a Sebha, 2 Libeccio a Brach, 16 Ghibli
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