Page 262 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
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Scenari Sahariani – Libia 1919-1943 “La via itaLiana aLLa guerra neL deserto”


            L’azione si esaurì in mezzora, tra le 20:00 e le 20:30. Malamente sistemato a
            difesa, il reparto italiano fu sorpreso dall’attacco e si sbandò, abbandonando il
            forte e fuggendo verso Zuila, un comportamento per cui l’azione di comando di
            Pocari sarebbe stata severamente stigmatizzata. 115
               Dopo aver distrutto le installazioni di Tmessa, il Dètachement Guillebon si
            diresse verso la non lontana Zuila, una località anch’essa sede di una stazione
            carabinieri, affidata al brigadiere Attilio Minati, con un milite italiano e 7 libici,
            e di una stazione radio gestita da un sottufficiale e da un soldato del genio. La
            piccola guarnigione era stata in quelle ore rinforzata dal sottotenente Pocari che
            l’aveva raggiunta con 8 dei suoi meharisti.  I francesi tentarono un attacco di
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            sorpresa, spingendo due forti pattuglie verso la ridotta, ma la luna piena permise
            alle sentinelle di scoprirli e dare l’allarme. Nel combattimento che ne seguì cadde
            sotto i colpi dei difensori un sottufficiale e rimase mortalmente ferito il tenente
            Jean Vuillaume. Gli attaccanti rimasero inchiodati al terreno dalle raffiche delle
            Schwarzlose finché l’eclissarsi della luna non offrì loro la possibilità di sganciarsi
            e allontanarsi  prima  dell’alba per non  offrire un facile  bersaglio all’aviazione
            italiana con la luce del giorno.
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                                 a
                   Un CR.42 della 393  Squadriglia (160° Gruppo C.T.) parcheggiato sul campo di Sebha.
                                          (g.c. Gregory Alegi)



            115   R. H. RAINERO, Il Sahara Italiano op. cit., p. 196.
            116   Ibidem.
            117   D. CORBONNOIS, L’odyssée de la Colonne op. cit., p. 81.


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