Page 405 - Uomini della Marina 1861-1946 - Dizionario Biografico
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Dizionario Biografico 405
PAVESI GINO
Ammiraglio di squadra, cavaliere dell’ordine militare di
Savoia, croce al merito di guerra, grande ufficiale dell’ordine
della Corona d’Italia, ufficiale dell’ordine dei santi Maurizio e
Lazzaro, commendatore dell’ordine della Repubblica Italiana.
Comandante in guerra di zona militare marittima avanzata.
Nato a Pisa il 9 maggio 1888, fu ammesso all’Accademia
Navale di Livorno nel 1906, conseguendo la nomina a guar-
diamarina nel 1909. Partecipò, da sottotenente di vascello, alla
guerra italo turca del 1911-1912 imbarcato sull’incrociatore
corazzato Giuseppe Garibaldi e, da tenente di vascello alla
Grande Guerra, imbarcato su corazzate, tra cui l’Ammiraglio
di Saint Bon e cacciatorpediniere, tra cui l’Alvise da Mosto.
Da capitano di corvetta fu negli anni 1925-1926 comandante
in 2 dell’esploratore Ancona, e, promosso capitano di fregata,
a
negli anni 1926-1927 comandante dei cacciatorpediniere Enri-
co Cosenz e Cesare Battisti. Da capitano di vascello negli anni L’ammiraglio Pavesi conversa con ufficiali britannici dopo la resa.
Pantelleria, 11 giugno 1943. (Archivio Storia Militare)
1933-1935 ebbe il comando degli esploratori Lanzerotto Ma-
locello e Antonio Pigafetta, nonché della relativa squadriglia, guerra degli alleati. Riprese servizio nel 1945 a disposizione
e nel biennio successivo del nuovo incrociatore leggero Luigi dello stato maggiore, quindi fu direttore generale del C.E.M.M.
Cadorna. Negli incarichi a terra fu prevalentemente impiegato nel 1946-1947, infine allo stato maggiore per incarichi speciali.
al ministero presso il comando superiore del C.R.E.M. Collocato in ausiliaria per limiti d’età nel 1948, fu promosso
Promosso contrammiraglio nel gennaio 1940, all’entrata ammiraglio di squadra nella riserva nel 1957.
in guerra dell’Italia nella seconda guerra mondiale (10 giu- Deceduto a Roma il 3 febbraio 1960.
gno 1940) era destinato all’ispettorato allestimento e collaudo La caduta di Pantelleria, della cui resa egli si assunse ogni
nuove navi; passò nel febbraio 1941 al comando superiore del responsabilità, rivestì negli avvenimenti italiani di quel perio-
C.R.E.M. quale ispettore delle scuole, assumendo dal novem- do un significato che andava ben oltre la capitolazione della
bre dello stesso anno per breve periodo anche la carica di co- piccola isola, quanto piuttosto emblema del crollo politico,
mandante superiore. morale e spirituale, oltre che militare, del regime fascista.
Nel settembre 1942 fu promosso ammiraglio di divisione,
e nel marzo 1943 assunse il comando della zona militare ma-
rittima di Pantelleria. Dopo la caduta della Tunisia nel maggio PECORI GIRALDI CORSO
dello stesso anno, l’isola divenne l’avamposto più avanzato Ammiraglio di squadra, ca-
del fronte marittimo e fu sottoposta dagli alleati a un massiccio valiere dell’ordine militare d’Ita-
quanto pressante assedio aereo, senza trascurare i bombarda- lia, medaglia d’argento al valore
menti navali condotti nei giorni immediatamente precedenti lo militare sul campo, medaglia di
sbarco. Si trattò del primo caso di annientamento della resi- bronzo al valore militare, croce
stenza affidato al potere aereo, che provocò il collasso morale al merito di guerra, commen-
della guarnigione e della popolazione prima ancora di quello datore dell’ordine della Corona
militare. L’11 giugno l’isola capitolò con la resa delle trup- d’Italia, ufficiale dell’ordine co-
pe quasi integre e buona parte delle batterie ancora efficien- loniale della Stella d’Italia, uffi-
ti, autorizzata tuttavia dallo stesso capo del governo, Benito ciale dell’ordine dei santi Mauri-
Mussolini, che conferì all’ammiraglio, sul campo, la croce di zio e Lazzaro, cavaliere di gran
cavaliere dell’ordine militare di Savoia. Catturato, fu avviato croce dell’ordine della Repubbli-
in campo di concentramento in Gran Bretagna, rimpatriando ca Italiana. Capo di stato maggiore della Marina.
nel novembre 1944. Nato a Pozzuoli (Napoli) il 9 luglio 1899, fu ammesso
Alla caduta di Pantelleria, seguirono in Italia molte critiche all’Accademia Navale di Livorno nel 1913, conseguendo la
e polemiche sul suo operato, specie negli ambienti del regime, nomina a guardiamarina nel 1917. Prese parte alla prima guer-
che riprese con veemenza alla costituzione della R.S.I. Fu quin- ra mondiale imbarcato sulla nave da battaglia Duilio ed ebbe
di intentato nei suoi confronti un processo in contumacia avanti poi altri imbarchi, tra cui, da ricordare, da tenente di vascello,
il ricostituito tribunale speciale per la difesa dello Stato con sull’esploratore Premuda, quale primo direttore del tiro negli
l’accusa di non aver opposto la dovuta resistenza, quale la leg- anni 1921-1923. Aiutante di bandiera del comandante dell’Ac-
ge dell’onore e del dovere gli imponevano. Il tribunale, riunito- cademia Navale nel 1924-1925; ufficiale addetto al capitano
si a Parma nel mese di maggio 1944 per il cosiddetto processo di corvetta Aimone di Savoia Aosta (vds.) dal 1925 al 1928,
agli ammiragli, lo condannò alla pena di morte, comminata seguendolo nell’imbarco sul cacciatorpediniere Quintino Sel-
anche agli ammiragli Priamo Leonardi (vds.), Inigo Campioni la. Fu poi comandante di cannoniere e torpediniere fino alla
(vds.) e Luigi Mascherpa (vds.), eseguita per questi ultimi due, promozione a capitano di corvetta nel 1929, quando fu destina-
mentre egli e Leonardi la evitarono in quanto in prigionia di to allo stato maggiore della Marina prendendo parte nel 1930