Page 408 - Uomini della Marina 1861-1946 - Dizionario Biografico
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               PELLION (o PELLIONE) di PERSANO CARLO
                  Già ammiraglio, grande ufficiale dell’ordine militare di Sa-
               voia (onorificenza revocata in seguito a processo), medaglia
               d’argento al valore militare, cavaliere di gran croce decorato
               del gran cordone dei santi Maurizio e Lazzaro. Ministro della
               Marina. Deputato al Parlamento, senatore del Regno. Esperto
               marinaio, figura di spicco della Marina unitaria e patrocinatore
               del primo programma navale italiano.
                  Nato a Vercelli (Novara) l’11 marzo 1806, entrò giovanis-
               simo (1819) nella Marina sarda, alla Scuola di Marina di Ge-
               nova, conseguendo nel 1821 la nomina a guardiamarina di 2 a
               classe. Il suo primo imbarco ebbe luogo sulla fregata a vela
               Cristina nel marzo del 1822. Tre anni dopo, 1825, il Cristina
               entrò a far parte di una piccola divisione navale agli ordini
               del capitano di vascello Francesco Sivori per un’incursione
               nel porto di Tripoli allo scopo di indurre il bey a risolvere una
               questione di tributi pendenti col re di Sardegna Carlo Felice.
               Il sottotenente di vascello Persano, non ancora ventenne, ebbe
               il comando di una delle dieci imbarcazioni armate che il co-
               mandante Sivori inviò nella notte del 25 settembre ad attaccare
               di sorpresa un brigantino e due golette barbaresche, il grosso
               della flotta del bey, all’ancora in porto. Nonostante la spedi-
               zione fosse stata scoperta, tre delle imbarcazioni, fra cui quella
               di Persano, riuscirono ad abbordare e affondare il brigantino.
               Nell’azione Persano mostrò tenacia di propositi, notevole ardi-
               mento e impeto fisico salendo tra i primi a bordo del brigantino
               barbaresco.
                  Dopo vari anni di imbarco su differenti unità, nel 1833, te-
               nente di vascello, fu inviato in missione a Londra per sorve-
               gliare la costruzione del nuovo avviso a ruote Gulnara, avendo
               modo di conoscere bene la Marina britannica e di raccogliere
               elementi di cultura marinaresca utili per completare e arricchi-
               re la sua già notevole preparazione professionale. I contatti con
               quella Marina valsero soprattutto a fargli comprendere l’im-
               portanza che andava allora assumendo la costruzione di navi
               in ferro e a vapore, esperienza di cui si avvarrà per patrocinare
               e sostenere energicamente la necessità di introdurre tali nuove
               unità nella futura Regia Marina.
                  Promosso capitano di corvetta nel 1841, gli fu assegnato
               come primo comando il nuovo brigantino Eridano. Era solo da
               pochi anni che le navi sarde si avventuravano in navigazioni
               fuori dal Mediterraneo, e il fatto che il comando dell’Eridano   nota fu quello ingaggiato dal Daino col forte austriaco di Ca-
               destinato a una lunga crociera di circumnavigazione del globo   orle, condotto a distanza serrata con alto spirito combattivo e
               fosse  affidato a un  comandante di soli 35 anni e di recente   durato ben due giorni. Di tale azione di guerra Persano fece un
               promozione stava a dimostrare la stima di cui Persano godesse   rapporto altisonante di cui inviò copia direttamente al ministro
               all’epoca. La campagna oceanica durata tre interi anni (set-  della guerra a Torino, Cesare Balbo, rivelandosi di carattere,
               tembre  1842-settembre  1845)  segnò  il  periodo  più  brillante   per certi versi, vanitoso ed esibizionista. Va però fatto notare
               della sua carriera, rivelando appieno il carattere, l’abilità ma-  che egli, uomo ardito cui non mancavano iniziativa e corag-
               rinaresca e la capacità di comando. Dopo un periodo di riposo   gio, fece bene a dimostrare, specialmente dopo l’insuccesso
               al comando della corvetta a ruote Malfatano in costruzione a   nella stessa azione in precedenza eseguita con scarso ardore
               Genova, fu nominato comandante in 2 della fregata a vela San   combattivo da altro comandante, che le navi sarde, per quan-
                                               a
               Michele. Nel 1848 fu promosso capitano di fregata e quindi no-  to piccole e poco armate, non avevano timore di affrontare il
               minato comandante del brigantino Daino, col quale prese parte   nemico, e anzi erano animate da spirito aggressivo. Promos-
                                                                                                      a
               alla campagna in Adriatico contro l’Austria. Fu una campagna   so nel 1849 capitano di vascello di 2 classe, ebbe dopo pochi
               condotta con incertezza per gli ordini poco chiari di Torino e   giorni il comando della fregata a vela Euridice. A seguito della
               per l’ambiguo comportamento della squadra borbonica, che si   sconfitta di Novara – che pose fine alla guerra contro l’Au-
               ridusse a combattimenti di singole unità, fra le quali degno di   stria e portò all’abbandono di Venezia, quando gli equipaggi
                                                                       delle navi sarde tumultuarono per l’infausta conclusione della
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