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400 Uomini della marina 1861-1946
dell’ordine della Repubblica Italiana. Volontario della libertà. PARODI DOMENICO
Nato a Spezia l’8 dicembre 1895, fu ammesso all’Acca-
Capitano di corvetta, cavalie-
demia Navale di Livorno nel 1911, conseguendo la nomina re dell’ordine della Corona d’Ita-
a guardiamarina nel 1915. Ancora allievo prese parte alla lia. Studioso e scrittore di opere
guerra italo turca durante la campagna estiva del 1912 della tecniche marittime.
nave scuola Flavio Gioia, e da guardiamarina e sottotenente di Nato a Genova il 12 gennaio
vascello al primo conflitto mondiale (1915-1918), imbarcato 1844, fu ammesso alla Scuola di
sulle corazzate Emanuele Filiberto e Andrea Doria, sull’esplo- Marina della sua città nel 1858,
ratore Carlo Mirabello; partecipò inoltre alla difesa di Grado. conseguendo quattro anni dopo
Per la sua attività in guerra meritò una croce di guerra al valore la nomina a guardiamarina. Dopo
militare. Nel dopoguerra, tenente di vascello, ebbe numerosi i primi imbarchi di carattere for-
imbarchi, tra i quali le corazzate Duilio e Conte di Cavour, e il mativo su navi scuola (corvette
comando su M.A.S. e torpediniere nel 1926-1927, al termine a vela Aquila ed Euridice), nel
del quale fu promosso capitano di corvetta. Fu quindi addet- 1863 fu a bordo della fregata a elica Carlo Alberto e successi-
a
to al comando della 2 Squadra navale e poi comandante del vamente sulla fregata a vela Partenope, sulla quale fu promosso
cacciatorpediniere Francesco Nullo, del sommergibile Naza- sottotenente di vascello (1865). Partecipò alle operazioni navali
rio Sauro e dell’esploratore leggero Cesare Rossarol (1930- in Alto Adriatico nel corso della terza guerra d’indipendenza
1932). Capitano di fregata nello stesso anno, imbarcò quale (1866) a bordo della fregata corazzata Principe di Carignano,
a
comandante in 2 sull’incrociatore leggero Giovanni delle con l’incarico di aiutante di bandiera dell’ammiraglio Giovanni
Bande Nere e assolse il periodo di comando sugli esploratori Vacca (vds.), comandante la Squadra d’assedio nell’azione con-
Nicolò Zeno, con il quale prese parte alle operazioni militari in tro i forti dell’isola di Lissa. Dopo un lungo imbarco sul vascel-
Spagna del 1936, e Lanzerotto Malocello. lo Re Galantuomo, fu destinato ininterrottamente (1875-1883),
Capitano di vascello nel 1938, nell’ottobre del 1939 as-
sunse il comando dell’incrociatore Trento, che mantenne fino salvo brevi periodi di imbarco, a Genova presso il comando in
capo del locale Dipartimento marittimo quale vicedirettore e
all’aprile 1942 per ben trenta mesi, di cui ventidue in guerra. saltuariamente anche come direttore, d’artiglieria e torpedini.
Prese pertanto parte a numerose missioni di guerra, a scontri Esercitò in questo lungo periodo di servizio anche l’incarico di
navali, a scorta convogli, affrontando arditamente le più diffi- insegnante di artiglieria navale alla Scuola di Marina mettendo
cili situazioni. Per la sua meritoria attività in guerra fu insigni- in luce propensione particolare di docente e di tecnico, tanto
to delle decorazioni sopra riportate, e il governo germanico gli che nel 1872 disimpegnò l’incarico di istruttore di Tomaso di
a
conferì la croce di ferro di 2 classe. Savoia duca di Genova (vds.), futuro ammiraglio.
Fu quindi comandante delle Scuole C.R.E.M. di Pola,
La sua passione e la profonda conoscenza tecnica delle ar-
ove fu colto dall’armistizio dell’8 settembre 1943. Rifiutò la tiglierie navali trovarono ampio credito nei suoi scritti e so-
collaborazione con le forze tedesche di occupazione: fu tratto prattutto nel suo insegnamento ai giovani ufficiali, meritando
prigioniero e trasferito in campo di concentramento in Germa- ampio riconoscimento dei suoi meriti scientifici con la conces-
nia, dove fu comandante italiano dei campi di Berlino Lichter- sione della croce di cavaliere dell’ordine della Corona d’Italia.
felde Sud (febbraio 1945), di Altengrabow (marzo-maggio Nel 1882 fu promosso capitano di corvetta e l’anno successivo
1945) e dei centri di raccolta rimpatrianti italiani di Belzig e fu collocato in ausiliaria per una grave forma di miopia che lo
Strausberg dalla fine del conflitto fino al luglio 1945. Anche rendeva inabile al servizio militare. Non si conoscono la data
nella triste situazione della privazione della libertà seppe con e il luogo della morte. Numerosi gli encomi ricevuti durante la
l’esempio tenere alto il morale dei prigionieri cercando di ot- carriera specie per quanto attiene la sua attività di insegnante.
tenere, per quel poco che era possibile, migliori condizioni di Ben poco si conosce della sua attività nella vita civile, du-
esistenza. rante la quale si dedicò alla stesura di scritti di carattere mi-
Rimpatriato nell’agosto 1945 e promosso contrammiraglio
dal 1944, fu comandante di Marina Brindisi (1946-1949), con- litare e marittimo; dal catalogo della biblioteca dell’Ufficio
Storico della Marina si dedurrebbe che, lasciato il servizio,
seguendo la promozione ad ammiraglio di divisione nel 1947, avesse abbracciato il sacerdozio, come si rileva da una delle
a
quindi comandante della 2 Divisione navale (1949-1950) sue pubblicazioni in cui è nominato con il titolo di “monsi-
e comandante militare marittimo autonomo della Sardegna gnore”. Fra le molte su opere sono da ricordare: Esperienze
(1950-1951). Promosso ammiraglio di squadra a disposizione con granate perforanti del 1877, L’attacco e la battaglia di
nel 1951, fu presidente della commissione centrale di discrimi- Lissa nel 1866, uno studio critico ma soprattutto apologetico
nazione fino al 1955, assumendo poi la presidenza del comita- edito a Genova nel 1898, cui fece seguito nel 1905, con i tipi
to superiore di coordinamento dei progetti tecnici. della tipografia delle Letture cattoliche, Persano e l’Affonda-
Lasciò il servizio per limiti d’età nel dicembre 1958. tore nella battaglia di Lissa; “Metodo pratico per ottenere il
Morì a Roma il 13 dicembre 1984.
punto occupato dalla nave mediante rilevamenti magnetici”,
Rivista Marittima, settembre 1881; conferenza a Genova su La
corazzata Italia e l’arca di Noè, raccolta edita nel 1886 dalla
Tipografia della Gioventù; Cavite e Santiago (di “Monsignore
D. Parodi”), dato alle stampe a Genova nel 1898 dalla tipogra-