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514 Uomini della marina 1861-1946
anche terrestri), mettendo a punto mezzi più idonei alla strate-
gia che più si confaceva alla lotta nel bacino adriatico: mezzi
leggeri e insidiosi – siluranti, M.A.S., mezzi d’assalto – in cui
meglio si identificava la concezione della guerriglia navale da
lui propugnata.
Il 9 febbraio del 1917 riassunse l’incarico di capo di stato
maggiore della Marina e di comandante in capo delle Forze
navali mobilitate, potendo in tal maniera dare ampio sviluppo
a quel tipo di guerra di cui aveva già gettato le prime basi e alla
quale non erano mancati i primi efficaci risultati. Al ripiega-
mento sul Piave (novembre 1917) propugnò il mantenimento
del possesso della laguna veneta, appoggiando con vigore la
partecipazione della brigata Marina sul fronte terrestre dell’ala
a mare della III Armata. Fu tenace assertore dei diritti dell’Ita-
lia in Adriatico e irriducibile rivendicatore del comando italia-
no in questo mare, sventando con risolutezza i tentativi di un
eventuale comando alleato.
Senatore nel 1917, ammiraglio il 6 novembre 1918, fu il
riconosciuto artefice della vittoria tutta italiana sul mare, per
la quale meritò i riconoscimenti conferitegli, tra i quali, i più
importanti, due croci di guerra al valore militare e la gran croce
dell’ordine militare di Savoia.
Alla fine del conflitto prese parte come rappresentante della
Marina alla conferenza della pace; il 24 novembre del 1919
nuovamente e volontariamente si dimise da capo di stato mag-
giore e da comandante in capo delle Forze navali mobilitate
e fu nominato ispettore generale della Marina e quindi, mag-
gio 1920, presidente del Comitato ammiragli. Nell’ottobre del
1922 fu nominato ministro della Marina, rimanendo in carica
fino al maggio del 1925.
Thaon di Revel in uniforme di grande ammiraglio,
novembre 1924. Come ministro si dedicò, in un periodo non facile dal punto
di vista politico, sociale ed economico, all’opera di ristruttu-
razione della Marina, e in speciale modo al programma delle
militare di Savoia. Dopo la cessazione delle ostilità con la Tur- nuove costruzioni: sotto il suo ministero vennero infatti pro-
chia ebbe la nomina a ispettore delle siluranti, che tenne fino gettati i primi incrociatori tipo “Washington”, i due “Trento”
al 1913, quando, nel marzo, dopo quarant’anni di carriera, tre e i primi grandi sommergibili. Quando nel 1923 fu costitui-
anni di anzianità da contrammiraglio, all’età di soli 54 anni, ta la Regia Aeronautica, che assorbì sotto un unico comando
raggiunse il vertice della gerarchia navale con la promozione i mezzi e l’organizzazione delle Forze aeree della Marina e
a viceammiraglio e la nomina a capo di stato maggiore della dell’Esercito, si prodigò per ottenere una consistente aliquota
Marina. di mezzi aerei da porre sotto il controllo della Marina per la
In tale incarico impresse un forte impulso all’ammoder-
namento e potenziamento della Forza Armata, accrescendo la lotta sul mare.
Nel 1923 gli fu conferito il titolo di “Duca del mare” e la
preparazione alla guerra, pose grande impegno nello sviluppo croce di cavaliere dell’ordine supremo della santissima An-
ed efficienza della giovane arma subacquea, migliorò le difese nunziata, e nel 1924 fu promosso grande ammiraglio, unico
e gli ancoraggi della costa adriatica, in particolare di Brindisi nella storia della Marina a rivestire tale altissimo grado, rima-
e di Venezia, gettò le basi e seguì sempre da vicino lo sviluppo nendo in tal modo in servizio a vita con un proprio ufficio al
dell’aviazione navale e dei mezzi insidiosi per un più efficace ministero, anche dopo aver cessato dall’incarico di ministro.
rendimento bellico nel ristretto bacino dell’Adriatico. Alla caduta del regime al governo – 25 luglio 1943 – fu
Entrata l’Italia nella guerra mondiale (24 maggio 1915),
nell’ottobre del 1915, a seguito di contrasti sulla condotta del- dal Re nominato presidente del Senato, e alla proclamazione
dell’armistizio (8 settembre 1943) le alte autorità della Mari-
la guerra marittima con il comandante in capo dell’Armata, na trovarono nel suo consiglio l’appropriato appoggio morale
viceammiraglio Luigi di Savoia duca degli Abruzzi (vds.) e di che il momento storico richiedeva per le gravi e straordinarie
alcuni sfavorevoli episodi bellici, nella posizione di ministro, decisioni da prendere. Dal gennaio del 1944 al giugno 1945
che lo rendeva responsabile di una strategia che non condivi- fu costretto a rifugiarsi in luogo sicuro fuori Roma per sal-
deva, si dimise dall’incarico, venendo nominato comandante vaguardare la propria libertà d’azione dalle forze germaniche
in capo del Dipartimento militare marittimo e della Piazza ma- occupanti e dalle autorità della R.S.I.
rittima di Venezia. In tale carica affrontò da subito la difesa Morì a Roma il 24 marzo 1948.
contro le possibili offese nemiche (aeree, marittime e nel caso
Uomo fedele all’istituto monarchico, di cui fu profondo as-

