Page 95 - Uomini della Marina 1861-1946 - Dizionario Biografico
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               quali, spesso come comandante degli internati italiani, seppe   cui si dibatteva il Paese, il bilancio della Marina era stato no-
               mantenere alta a prezzo di grandi sacrifici e con grande animo,   tevolmente ridotto a fronte di una linea navale antiquata da
               resistendo alle minacce e alle violenze dei carcerieri, la dignità   rinnovare e, tuttavia, il ricordato ammiraglio Riboty, ministro
               del combattente italiano. Alla liberazione del campo da parte   in carica, richiese a Brin di studiare i piani di una nuova nave
               delle truppe britanniche nell’aprile del 1945, poté finalmente   di linea (classe “Duilio” su due unità) che rispondesse ai nuo-
               esporre la bandiera del Calatafimi, che aveva sempre portato   vi concetti d’azione enunciati dall’ammiraglio de Saint Bon
               con sé con gravi rischi personali.                      (vds.) e approvati dal Consiglio superiore di Marina, foriero di
                  Rimpatriato nel settembre del 1945 e conseguita la promo-  un audace programma di rinnovamento della flotta.
               zione a capitano di fregata, fu collocato nel febbraio del 1947   Il progetto presentava difficoltà tecniche non indifferenti
               in ausiliaria a domanda.                                per l’epoca, in quanto la nuova concezione tattica del combat-
                  Si spense a Genova il 30 luglio 1992.                timento in mare era evoluta verso l’abbandono del rostro pri-
                                                                       vilegiando l’azione a distanza delle artiglierie; in campo stra-
                                                                       tegico, superata la “difesa a cordone”, l’azione si incentrava
               BRIN BENEDETTO                                          sul rapido intervento della flotta contro l’invasione dal mare,
                                                                       richiedendo al naviglio doti di potenza di fuoco e velocità. Si
                  Ispettore  generale  del  Corpo  del
               genio navale, commendatore dell’or-                     trattava di progettare un tipo di unità in grado di superare quel-
                                                                       le esistenti per velocità e autonomia, dotarla di potente arma-
               dine militare di Savoia, cavaliere di                   mento artiglieresco e renderla poco vulnerabile al tiro avversa-
               gran  croce  dell’ordine  della  Corona                 rio. Su un dislocamento di poco più di 11 000 t, circa il doppio
               d’Italia e dell’ordine dei santi Mau-                   delle navi corazzate in linea, per la prima volta si adottarono
               rizio  e  Lazzaro.  Progettista  navale.                cannoni ad avancarica del calibro di 450 mm e del peso di 100
               Ministro della Marina, ministro degli                   t, grosse corazze in acciaio dolce di 550 mm e sistema propul-
               Affari esteri. Deputato al Parlamento.                  sivo in grado di raggiungere i 15 nodi.
                  Nato a Torino il 17 maggio 1833,
                                                                          Nel 1873 l’ammiraglio Riboty fece impostare le due navi
               non ancora  ventenne,  dopo essersi                     della nuova classe; nel luglio dello stesso anno, sotto la presi-
               laureato in ingegneria presso la loca-                  denza di Marco Minghetti, l’ammiraglio de Saint Bon divenne
               le università, entrò a fine agosto 1853                 ministro della Marina e affidò a Brin, nel grado di direttore
               come allievo ingegnere nella Marina sarda, pervenendo in soli   delle costruzioni navali, i piani del nuovo programma di rinno-
               27 anni di carriera al più alto grado del neo costituito Corpo   vamento della linea navale che propugnava l’eliminazione del
               del genio navale                                        materiale superato e la concentrazione degli sforzi economici e
                  Fu destinato a Genova presso il Regio Cantiere della Foce,
               dove rimase un anno per essere poi inviato nel 1854, per due   tecnici soprattutto nella costruzione delle corazzate.
                                                                          Nell’esecuzione di tale programma, nel 1875 Brin, ispetto-
               anni, a Parigi, per interessamento di Cavour, che ne apprezza-  re del genio navale, preparò i piani delle corazzate Italia Le-
               va le doti di ingegno e la preparazione tecnica, presso l’Ecole   panto, nuove per concetti costruttivi e applicazioni tecniche, e
               d’application du génie maritime; questo periodo di studio co-  per le quali fu adottato per la prima volta l’acciaio nella costru-
               stituì una componente importante della sua formazione scien-  zione degli scafi, conferendo alle unità una maggiore potenza
               tifica. Al rientro in Italia, nei primi mesi del 1856, fu ammesso   offensiva rispetto alle precedenti grazie a quattro moderni can-
               a Torino a seguire i corsi della Scuola d’applicazione di arti-  noni a retrocarica di grosso calibro (431 mm), una velocità di
               glieria e genio e, in maggio, con il grado di sottoingegnere di 2    18 nodi e un dislocamento di poco più di 15 000 t. Divenuto
                                                                   a
               classe, del Corpo degli ingegneri costruttori navali, ritornò al
               cantiere della Foce a Genova ove, contemporaneamente, inse-
               gnò teoria della nave e meccanica applicata alla locale Scuola   La corazzata Duilio, progettata da Brin e varata nel 1876.
               di Marina.                                                 Di grande potenza offensiva, era armata con 4 cannoni ad
                  Dopo aver diretto il cantiere navale di San Rocco a Livor-  avancarica di grosso calibro (450/20 mm) e sviluppava una
               no, nel 1863, ingegnere di 2  classe del Corpo del genio navale,          velocità di 18 nodi.
                                      a
               fu chiamato dal generale Efisio Cugia (vds.), ministro della
               Marina, come consulente per le costruzioni navali e suo consi-
                                                   a
               gliere; nel 1867, nel grado di ingegnere di 1  classe, fu membro
               della Commissione per il riordinamento dell’arsenale di Ve-
               nezia; ritornato al ministero, fu chiamato dal vice ammiraglio
               Augusto Riboty (vds.), ministro della Marina, a far parte del
               Consiglio superiore di Marina. In questo periodo, ultimi anni
               Sessanta e primi Settanta, ebbe modo di studiare e approfondi-
               re la riforma tecnica delle costruzioni navali portata avanti dai
               francesi e dai britannici e di attivare intensi e personali contatti
               con i migliori progettisti del momento, procurandosi notevole
               fama di studioso in Italia e all’estero.
                  Dopo la guerra del 1866, per le difficoltà economiche in
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