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96 Uomini della marina 1861-1946
la vasca per esperienze di architettura navale. In poco più di
un ventennio il fervore di rinnovamento e potenziamento della
linea navale e delle infrastrutture fecero sì che nel 1895 l’Ita-
lia occupasse il rango di terzo posto fra le potenze marittime
mondiali.
Nel 1892, nel primo ministero Giolitti, tornò al governo
come ministro degli Affari Esteri e quindi, nel marzo del 1896
fu nuovamente nominato ministro della Marina, incarico che
resse fino alla sua morte, avvenuta per malattia a Roma il 24
maggio 1898.
Fu deputato al Parlamento dalla XII alla XX Legislatura
(1876-1898).
Con la sua morte vennero a mancare non solo il geniale
progettista, il brillante studioso e il lungimirante amministra-
La corazzata Sicilia, della classe “Re Umberto”, tore che aveva costruito e reso operativa la flotta, ma soprat-
anch’essa progettata da Brin nel 1885, perfettamente in linea tutto il protagonista che aveva promosso la crescita del potere
con il progresso avvenuto in quegli anni nel campo marittimo italiano, conferendo un rango internazionale alla
delle costruzioni navali.
Marina del giovane stato unitario. Inoltre, valido fu anche il
ministro della Marina, in carica la prima volta per due anni suo contributo di scritti nel campo della letteratura tecnica e
(1876-1878) e quindi per sette anni (1884-1891), continuò con navale, che lo imposero all’attenzione entro e fuori dei confini
tenacia a portare avanti il programma di rinnovamento, dando nazionali.
esecuzione alla costruzione delle due predette unità; nel 1880, Nel campo dell’ingegneria navale fu una gloria nazionale
ispettore generale del genio navale, fu nominato presidente del e internazionale.
A futura memoria la Marina volle ricordarne la figura e l’o-
Comitato progetti.
Durante questo periodo, e soprattutto negli anni successivi, pera perpetuandone il nome fra le unità della flotta: nel 1899
fu in primo piano fra i sostenitori della creazione di un’indu- una corazzata della classe “Regina Margherita” (alla cui pro-
stria pesante nazionale che favorì in ogni modo, spesso anche gettazione aveva partecipato unitamente al generale del Cor-
fra aspre polemiche, sollecitando misure protezionistiche che po del genio navale Ruggero A. Micheli (vds.) e nel 1936 un
riuscirono ad affrancare la nazione dall’industria straniera e sommergibile di grande dislocamento, eponimo di una classe
varando un poderoso programma navale. Furono progettate di cinque unità.
e impostate navi da guerra di tutti i tipi, la maggior parte da
lui ideate; furono introdotte nella linea navale le torpediniere,
delle quali sotto la sua amministrazione ne furono ordinate e BRIVONESI BRUNO
costruite ben 96. Nel complesso delle 202 unità che costitui- Ammiraglio di squadra, cava-
vano la linea navale del 1898, anno della sua morte, ben 141 liere dell’ordine militare d’Italia,
erano quelle da lui progettate. Veramente straordinari furono medaglia d’argento al valore mili-
il suo talento inventivo e la capacità realizzativa: l’incrociato- tare (quattro concessioni), croce di
re torpediniere Tripoli e i due avvisi torpedinieri della classe guerra al valore militare, grande uf-
“Folgore”, che egli studiò, anticiparono di dieci anni i criteri ficiale dell’ordine della Corona d’I-
poi applicati sui cacciatorpediniere; le tre corazzate della clas- talia, ufficiale dell’ordine dei santi
se “Re Umberto”, anche queste da lui progettate, applicarono Maurizio e Lazzaro, commendato-
per la prima volta dispositivi contro gli scoppi subacquei, oltre re dell’ordine coloniale della Stella
a segnare il passaggio da navi a ridotto corazzato centrale a d’Italia. Pioniere del volo.
quelle con la disposizione delle torri di grosso calibro per chi- Nato il 16 luglio 1886 ad Ancona, fu ammesso all’Acca-
glia e con le batterie di medio calibro all’interno delle cinture demia Navale di Livorno nel 1903, conseguendo la nomina
corazzate laterali. a guardiamarina nel 1906. Dopo un periodo di imbarco sulle
Benché più uomo di scienza che di guerra, ebbe anche in navi da battaglia Regina Margherita e Regina Elena, fu desti-
questo campo un illuminato intuito, comprendendo, nel mo- nato all’aeroscalo di Vigna di Valle, dove conseguì il brevetto
mento in cui la Marina assurgeva al primato navale per l’ardi- di dirigibilista, entrando a far parte dell’equipaggio delle ae-
tezza e il tecnicismo delle nuove costruzioni, la necessità di un ronavi P 2 e P 3; partecipò alla guerra italo turca (1911-1912)
organo ministeriale con il precipuo incarico della preparazio- a Tripoli, sottotenente di vascello, come ufficiale in 2 di det-
a
ne e l’impiego dei mezzi per la condotta della guerra maritti- ti dirigibili, meritando la prima medaglia d’argento al valore
ma, istituendo l’Ufficio di stato maggiore e ponendone a capo militare. Dopo pochi mesi di imbarco sulla nave da battaglia
l’ammiraglio de Saint Bon; nel 1878 unificò le due esistenti Dante Alighieri, nel 1913 fu destinato alla Scuola pilotaggio
Scuole di Marina di Genova e di Napoli, fondando a Livorno idrovolanti di Venezia e successivamente, brevettato pilota mi-
l’Accademia Navale, che fu inaugurata il 1° ottobre del 1881; litare, di nuovo sulla nave da battaglia Dante Alighieri, che nel
nel campo degli studi, fece costruire nell’arsenale di Spezia frattempo era stata predisposta per l’imbarco di un idrovolante.