Page 517 - 1992 - XVIII Congresso Internazionale di Storia Militare
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GUf.II.RA  CIVILE  E GUEJUL\  ISPAN0·AM61l1CANA         483

       in  Europa  fino alla  prima guerra mondiale e anche dopo, contrapponendosi  alla
       carriva organiuazione sanitaria  francese emersa anche neUa campagna del  1859
       in  Italia <li>.
           E menrre in Europa le norme di di ricco internazionale sulla neutralità dci ferÌ·
       d e ammalali (istituzione della Croce Rossa) si affermano rapidammlt dopo la guerra
       del  1959. la guerra civile americana  viene combattuta senza cenere conco di cali
       norme, e anzi con il coinvolgimento senza pietà delle popolazioni civili inaugurato
       dal  generale Sherman.
           In sintesi, il giudizio degli scrinori militari italiani cd europei del  periodo è
       sostanzialmente concorde: la guerra civile merita attenzione per le innovazioni che
       presenta relacivamenre alla tecnologia militare e all'organi2zazione dei Servizi e dei
       trasporti ferroviari. ma per quanto riguarda la srracegia, l'organizzazione degli Sta·
       ti Maggiori e gli ordinamenti, risente di fattori eminencemenrc: locali. Le prolunga·
       te  stasi  nelle  operazioni  c  In  lunga  durata  della  guerra  non sono  attribuite alla
       evoluzione degli armamenti, ma alle caranerisciche del reclutamento, della mobili-
       tazione e dcJ'economia. Secondo caluni,  il  Nord ha eruppe men()  combarrive,  ma
       è più force  dal punto di vista economico e  industriale:  il  contrario avviene per  il
       Sud, e da qui nasce l'equilibrio che impedisce r~pìd i  sbocchi risolutivi. Sopratrut·
       co, la grande durata della guerra e le elevatissime  perdire sono ovunque arrribuhc
       all'assenza di  eserciti  permanenti  rego.lari  e  bene  addestrati, secondo  i  metodi  c
       i modelli europei.  Emblematico quamo scrive nel  1863  il maggiore belga  Vandc·
       vclde. considerato dalln Rir;iJta Militare "un illustre nome" nella leueracura milita·
       re europea:
           nell'America, laddovc gli eserciti sono formari di  milizie c  di  volontnrii.  la
          guerra  perdura da  parecchi anni,  divora centinaia  di  mille  uomini, gena la
           perturbazione nelle fìnnnze e distrugge la ricchezza pubblica, senza condurre
           al minimo risultato. Se l'America avesse avuto eserciti regolari, la guerra sa·
           rcbbe finita da lungo tempo. Gli eserciti di  voloncarii non hanno sufficiente
           coesione per intraprendere opcrnl!ioni decisive,  il  loro difetto di consistenza
           fa  naufragare le meglio concepire combinazioni strategiche, c le battaglie con·
           ncsse con eruppe senza spirito di corpo e senza disciplina non sono che scara·
           muccie, macelli senza alcun altro risultato, che di paralinarc: momenraneamenre
           le due pani <321.
           La  prevalenza di questo orientamento non significa, però. che sia sraco trascu·
       rato in  Italia e in Europa lo srudio dei riflessi  in campo canice del progresso delle
       armi da fuoco,  del  resto già emersi con il gran numero di morti c  feriti e  il gran
       consumo di munizioni  nella campagna del  1859 e ancor più nel  18 70-1871. Da
       allora fino alla  prima guerra  mondiale le  riviste  militBii  abbondano di  srudi ove
       si  prospecca la necessità di diradare le formal ioni e di dare al soldato una vanghet·
       ta, per inrerrarsi rapidamente al  bisogno  03 l.  Questo, anche se si continua a  rico·
       noscere che solo una dorrrina offensiva -  come quel.la prussiana del  1870 -  proprio
       in virrù delle  nuove armi  può condurre a  una  rapida vittoria.  e  consentire a  un
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