Page 518 - 1992 - XVIII Congresso Internazionale di Storia Militare
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esercito ben organizzato su basi offensive di prevalere su un esercitO che - come
quello francese - nel 1870 sembrerebbe aver recepito meg1io di rutti gli ammae·
stramenci della prima guerra americana, perché la sua ranica - se non la sua stra·
regia - in quella guerra è difensivistica, lenta e basata sul fuoco degli Chasupoll.
Ciononostante essa si rivela perdente, incoraggiando cos1 il prevalere nel 1914 del-
le esasperate teorie offensivistiche di Aroland du Piea, viste come reazione alla
sconfina.
Per queste ragioni, la guerra del 1870-187l e la sua condotta da parte dello
Stato Maggiore di Moltke rimangono per rutti, in Europa, il modello c il riferimen-
ro d'obbligo, surclassando di gran lunga l'esperienza americana. Senza dubbio ciò
non sarebbe avvenuto - o sarebbe avvenuto molto di meno - senza gli avveni·
menti in Europa dal 1864 al 187 l , che genie alla lradmhip militare prussia n a so·
no anche oggi un esempio insupc:rato della possibilità di conciliare armamenti poccnri
e moderni con la condotta di una guerra offensiva e rapidamente risolutiva, il cui
fine sono barrnglic di nnnienramemo sul modello di Canne.
Nel campo marirtirno. il primo duello tra corazzare a Hampron Roads nel
1862 assorbe, n wn'oggi, gran parte dcJJ'anenzionc degli storici militari e navali.
Molte minore nrtenzione, invece, è starn finora dedicata alla comparsa di nuove
armi insidiose, che anch'esse - nella prima guerra mondiale e dopo - faranno
sentire la loro influenza spesso determinante sulla guerra marittima, finn a oscura·
re sempre più Trafalga.r e la tendenza a concepire la scrategia navale esclusivamcn·
te come scontro tra grandi navi in batroglie decisive.
Non poche responsabilità indirette ha, in questo, proprio l'americano A.T.
Mahan, che prima ancor di essere un grande teorico del potere marinimo è sraco,
negli Stati Unici di fine secolo XIX. il contraltare militare di Monroe, l'apostolo
e il propugnatore di un ruolo di grande potenza mondiale della giovane Repubbli·
ca stella m, al quale doveva necessariamente corrispondere: una flotta di grandi navi
corazzate con una srracegia emincmemence offensiva ispirara a Nelson e Trafalgar
e non all'esperienza marittima della guerra di secessione, guerra costiera e di bloc·
co era due flotte nelle quali l'elemento determinante non è cerco il grande vascello
da battaglia e da crociera, da sempre emblema del predominio marittimo inglese.
Per queS[e ragioni la guerra civile, dal punto di vista della strategia navale
(della quale anche in Italia A. T. Mahan sarà più cardi il costante riferimento) viene
spesso rirenuta un fatco eminentemente locale ed episodico.
LI maggiore scrittore navale italiano di fine secolo, Domenico Bonamico, così
la giudica, con qualche analogia con il punco di vista degli scrittori terrestri a pco·
posiro degli sconrri era eserciti e con esarca indicazione del collegamemo rra la dot·
trina di Monroe e le teorie d! A.T. Mahan:
La guerra di secessione, per gli inrerc:ssi e gli scopi che la provocarono
c per la vera indole d! conflirro civile, non si pcesra troppo a misurare la co·
scienza della forza in una lorca internazionale. Essa offeriva bensì, come rivela
il Callwell, la prova di uoa grande energia e capacità direttiva, della solidità