Page 527 - 1992 - XVIII Congresso Internazionale di Storia Militare
P. 527
GUEUA OVILE f GUERRA ISPANO·AMERJCANA 493
Si teme che i popoli non resisteranno a lungo aUe moderne guerre corali, e
nel 1909 il generale von Scbieffen, cioè il miglior cervello militare n:desco, scrive
che guerre prolungare e di massa (come era scaca la guerra civile 1861-1865)
non sono possibili in un'epoca come la nostta, in cui l'esistenza della nazione
si basa sull'andamento costante dcl commercio e dell'indusrria: la ruota che
è smra fermata ha bisogno di riprendere al più presco il suo coeso, dopo una
rapida azione decisiva 1)11.
In ral modo, nel primo decennio del secolo XX si finisce con il percorrere un
cammino rlrenuco obbligato e con il preparare- come sempre avviene- non la
guerra recnicamenre possibile, ma la guerra richiesta dai Governi perché più in ar-
monia con le specifiche esigenze polirico-sociali, che vanno ovunque in direzione
della ricerca dei modi e dei tempi più opporwni per superare le notevoli chatlm
deUa difensiva. Se così facendo ci si ullonrana dal vecchio morro latino U/Jra posse
11tmo tentrllr, si deve anche ammerrere che da sempre, come insegna anche la rccemis·
sima guerra del Golfo, solo l'offensiva terrestre può condurre a risultati definitivi.
Pcralrro, questi ultimi sono resi possibili da circostanze che creino un'adeguata dif·
fercnza di potcnziaJe rra i due contendenti, circosranze che raramente si verificano.
È proprio questa differenza complessiva di pmenziale che si crea. nel 1870
tra prussiani e francesi, e che invece manca nei primi anni della guerra civile c
della prima guerra mondiale (in quest'ultimo caso, anche - mn non solo - per
effetto del binomio mitragliatrice · relicolaro). Per tutte queste ragioni la mancata
valutazione in Italia c in Europa di raluni cararreri della guerra civile - che dopo
il 1.865 non ci sembra ben valucara nemmeno negli sressi Stati Uniri- ha un prc·
ciso rttrotcrra. politico-sociale e culruro.le c non può essere ristretta a clementi tec·
n ici come al trinomio mitragliatrice· trincea · reticolato, più che altro un baricentro
ingann~ole; né basca, a spicgarla, l'indubbio conservatorismo degli Stati Maggiori.
L'espcricnz;l della guerra di secessionc va unim a quella dc:Jie guerre che han·
no impegnato eserciti europei dal 1860 al 19 t 4, iv i compresa - in St.>nso lau> -
la guc:rra russo-gi2pponese. Più che di mancatll valutazione, sic 11 simplicit~r. del si·
gnifìcato delle gue(rc di fine secolo X lX e dei primi anni dcJ secolo XX. si può
parlare di valutazioni sporadiche, occasionali, non organiche del nuovo rapporto
tra strategia, economia e tecnologia e era strategia e logistica. La c.ulrura milit11re.
il suo livcUo, i suoi obienivi non sono e non sono mai smci, checché se ne d ica,
qualcosa di avulso dal conresro culrurale generale. In qucsw senso, all'"eurocencri-
smo" ripico deUa cuJrura italiana ed europea toril cou.rt (parzialmente superato -
per ragioni di fonda persino ovvie- dopo il 1.945) non ha poruco non corrispon·
dcre !"'eurocentrismo" deUa cultura militare. Eu rocentrismo eccessivo, ma al qu~·
le non sono mai mancare buone ragioni per essere cale, a cominciare da condizioni
geopolitiche e geosrracegichc che erano c sono pcculi1tri del vecchio comincme e
richiedevano e richiedono risposre specifiche e, per così dire, locali.
Tutto sommato, sfugge alla cultura militare italiana ed europea - dal 1900
al 1914, ma anche negli anni Trenta - il Fatto fondamenrale che la guerra di masse