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1 Sessione - Il tributo di sangue 45
Nel caso italiano, oltre all’esercito e alla scuola, a rendere evidente la diffu-
sione di valori militari nella società furono l’organizzazione del tiro a segno e
l’insegnamento della ginnastica. Sull’onda dell’entusiasmo suscitato dalle imprese
garibaldine e dalla proclamazione del Regno d’Italia, il R.D. del 1° aprile 1861
aveva ampliato la portata dei provvedimenti del Regno di Sardegna che nel 1838
avevano istituito poligoni provinciali destinati innanzitutto all’addestramento al
tiro dei militari in congedo. Il decreto del 1861, strettamente collegato al pro-
getto di riordino della Guardia Nazionale, e come questo sostenuto fortemente
da Giuseppe Garibaldi allo scopo di addestrare la popolazione all’esercizio delle
armi in linea con una visione della nazione armata che attribuiva ai volontari un
ruolo fondamentale, autorizzò i comuni a istituire tiri a segno municipali, affidati
ai comandi della Guardia Nazionale e dove questi non esistevano a direttori no-
minati dal governo. Inoltre veniva istituita una Società per il Tiro a Segno Nazio-
nale, con membri di nomina regia e sotto la direzione del Ministero dell’Interno,
che, oltre ad avere compiti di coordinamento e indirizzo, doveva organizzare
annualmente una gara di tiro a segno a livello nazionale. Dopo le prime tre
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gare svoltesi tra il 1863 e il 1865, la sequenza si interruppe in concomitanza con
la Terza Guerra di Indipendenza e riprese con la quarta organizzata nel 1868 a
Venezia a sottolineare il ricongiungimento della città lagunare alla madrepatria.
Con il passare degli anni il forte entusiasmo iniziale andò però diminuendo, no-
nostante la presidenza nazionale fosse tenuta ad honorem dallo stesso Garibaldi,
e la quinta gara organizzata a Milano nel 1876 per celebrare il settimo centenario
della battaglia di Legnano vide una scarsa partecipazione.
Il tentativo di ridare slancio all’istituzione del tiro a segno portò nel 1882
all’emanazione di una legge che la inquadrava nell’ambito dell’istruzione militare,
trasferendone l’alta direzione e la sorveglianza al Ministero della Guerra e con-
cedendo agli iscritti praticanti dei benefici in termini di esenzione o riduzione dei
richiami per istruzione una volta in congedo, nonché facendo della frequenza
dei poligoni per almeno un anno un prerequisito per l’ammissione all’istituto del
volontariato di un anno. Non fu invece recepita la raccomandazione di rendere
l’istruzione al tiro obbligatoria nei licei e di associare il maneggio delle armi alla
ginnastica. Anche questa proposta aveva una matrice democratica, nell’accezione
del tempo, in quanto come le altre era stata avanzata dalla commissione presie-
20 VIRGILIO ILARI, Storia del servizio militare in Italia, pp. 258.