Page 48 - ATTI 2021 - IL MILITE IGNOTO
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46         Il Milite Ignoto: sacrificio del cittadino in armi per il bene superiore della Nazione




            duta da Giuseppe Zanardelli incaricata nel 1880 di studiare il problema del tiro a
            segno. L’idea che l’istruzione militare dovesse essere impartita dalla scuola pub-
            blica derivava direttamente dalla teoria della nazione armata. Se infatti si fosse
            arrivati a sopprimere l’esercito permanente non ci sarebbe stata altra istituzione
            in grado di impartirla, e questa considerazione era anche alla base della presenza
            attiva dell’esercito nei convitti nazionali e in termini più generali dell’interpreta-
            zione data all’insegnamento della ginnastica. 21
               Come è stato rilevato, la pressione sociale della categoria dei ginnasti, molti
            dei quali ex-garibaldini o militari congedati alla ricerca di un impiego, contribuì in
            misura determinante all’introduzione dell’educazione fisica nella scuola, dandole
            finalità spiccatamente militari.  Nel 1878 il Ministro della Pubblica Istruzione
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            Francesco Saverio De Sanctis, già protagonista dei moti napoletani del 1848 e in
            seguito incarcerato ed esiliato dalle autorità borboniche, fece seguire alla legge
            Coppino che introduceva l’istruzione obbligatoria fino ai 9 anni di età, un regio
            decreto che, nel sancire l’obbligo dell’insegnamento dell’educazione fisica nelle
            scuole di ogni ordine e grado, stabiliva che questo aveva anche lo scopo di “pre-
            parare i giovani al servizio militare”. Data l’estrazione della maggioranza degli
            insegnanti, le lezioni ebbero fin da subito il carattere di addestramento militare,
            come auspicato da De Sanctis, e anche all’esterno dell’istituzione scolastica le
            società amatoriali si diedero ordinamenti di tipo militare.
               Più complesso fu rivitalizzare il tiro a segno così come avrebbe voluto Zanar-
            delli. Il problema stava soprattutto nel suo significato, intimamente collegato a
            quell’idea di nazione armata a cui militari e notabili guardavano con diffidenza,
            ma un peso non minore avevano gli oneri che la sua diffusione su base obbliga-
            toria, o anche volontaria, avrebbe posto a carico del ministero a cui faceva capo,
            ora quello dell’Interno, ora quello della Guerra a secondo delle decisioni del
            governo di turno. L’ultima riforma, proposta dal generale Spingardi nel febbraio
            del 1910 in qualità di Presidente della Commissione Centrale del Tiro a Segno
            Nazionale, significativamente intitolata “Tiro a segno nazionale ed educazione
            fisica a scopo militare”, prevedeva l’obbligatorietà dell’istruzione premilitare e



            21   Nel 1910 l’esercito aveva un ruolo attivo nella gestione di 24 dei 45 convitti nazionali attra-
               verso un corso di educazione fisico-militare rivolto agli allievi di più di 14 anni. Un ufficiale
               impartiva lezioni di scherma, ginnastica militare, tiro a segno, provvedeva all’istruzione mili-
               tare, curava le escursioni e teneva conferenze di carattere patriottico-militare.
            22   VIRGILIO ILARI, op. cit., pp. 263-264.
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