Page 53 - ATTI 2021 - IL MILITE IGNOTO
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          1  Sessione - Il tributo di sangue                                      51



          formarne i quadri erano senz’altro molto alti, ma il loro approccio alla realtà della
          guerra risentiva in modo inevitabile del clima imperante, un clima che portava a
          considerare lo studio del fenomeno bellico come una scienza esatta, della quale
          era possibile individuare i principi regolatori e addirittura una qualche formula
          per arrivare alla vittoria. È in qualche modo paradossale che, mentre sul piano
          della tattica permaneva una fede quasi assoluta nel valore dell’offensiva, con l’e-
          saltazione del fattore morale, a livello superiore imperasse un approccio di tipo
          ingegneristico, i cui effetti erano evidenti innanzitutto nella fase di preparazione,
          con una cura quasi maniacale dei dettagli del processo di mobilitazione. Era que-
          sto un tema che assorbiva larga parte del lavoro degli stati maggiori nell’intento
          di svilupparne le diversi fasi con la regolarità e la precisione di un orologio. Le
          operazioni di mobilitazione e radunata dovevano infatti compiersi nel più breve
          tempo possibile per anticipare le mosse dell’avversario, e per loro stessa natura si
          svolgevano in un contesto privo di interferenze da parte di questo, una situazione
          che incoraggiava a fare della pianificazione un problema di tempi e metodi, non
          diversamente da quanto imponeva in fabbrica l’organizzazione scientifica del
          lavoro. Un contributo non trascurabile a un tale “approccio ingegneristico” lo
          diede il ruolo centrale delle ferrovie. Dopo aver offerto una chiara dimostrazione
          della sua importanza negli anni dell’ascesa della Prussia, il treno si era ovunque
          affermato come il principale mezzo di trasporto al di fuori del campo di battaglia
          e in particolare a livello strategico, un’affermazione a cui non era estraneo il fatto
          che in Europa la lunghezza delle tratte ferroviarie fosse triplicata tra il 1870 e il
          1914. La ferrovia era lo strumento che permetteva di mettere in atto i piani di
          mobilitazione e di radunata, ai quali tuttavia finiva con il conferire un’eccessiva
          rigidità. Il trasporto ferroviario è infatti una soluzione intrinsecamente poco fles-
          sibile, che richiede un’accurata pianificazione e il rigoroso rispetto di una tabella
          dei tempi, o “timetable”, definita a livello centrale. Dal momento che in tempo di
          pace a prevalere su ogni altro era proprio il problema della mobilitazione, le arti-
          colazioni degli stati maggiori che si occupavano della pianificazione dei trasporti
          ferroviari finirono con il diventare le più importanti e con il permeare della loro
          mentalità ogni tipo di pianificazione.
              La possibilità di arrivare sul campo di battaglia a un risultato certo sulla base
          di una pianificazione accurata, cancellando “nebbia” e “attrito” che tanto spazio
          avevano nel pensiero di Clausewitz, richiedeva però una capacità di controllo, e
          quindi di intervento, sull’andamento del processo che andava al di là delle pos-
          sibilità della tecnologia del tempo. Gli sviluppi nel settore delle comunicazioni a
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