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1 Sessione - Il tributo di sangue 47
postmilitare dai 16 ai 36 anni, la costituzione di una società di tiro a segno in ogni
capoluogo, l’istituzione di un diploma di idoneità militare con agevolazioni nel
servizio di leva per chi lo avesse conseguito. Il tiro a segno era posto alle dirette
dipendenze del Ministro della Guerra che doveva provvedere al suo funziona-
mento di concerto con i ministri dell’Interno, degli Esteri e della Pubblica Istru-
zione. Il progetto non si concretizzò arenandosi in Parlamento e con lo scoppio
del conflitto il problema venne rinviato al dopoguerra, quando in alcune sezioni
furono effettivamente attivati corsi premilitari.
L’impatto della produzione di massa di armi e di soldati che al volgere del se-
colo era ormai nelle possibilità delle principali nazioni europee, e avrebbe portato
alla saturazione dei fronti con conseguente paralisi della manovra, non fu previ-
sto dai decisori politici e militari. Nel 1914 era anzi opinione diffusa che, proprio
per effetto delle capacità delle nuove armi e dei meccanismi di mobilitazione, una
nuova guerra, se mai ci fosse stata, sarebbe stata breve e decisa dall’esito delle
mosse iniziali, da cui l’esigenza di contenere il più possibile i tempi di mobilita-
zione per poter vibrare subito il colpo risolutivo. Gli esempi a cui si guardava era-
no quelli del 1866 e del 1870, due conflitti decisi nel volgere di poche settimane,
e tra il 1871 e il 1914 gli stati maggiori gareggiarono nell’arrivare a schierare forze
sempre crescenti, per disporre della superiorità numerica necessaria anche per
compensare gli effetti delle nuove armi, e nel riuscire a disporne in tempi sempre
più rapidi, per poter agire con immediatezza all’inizio delle ostilità.
Sulla base di queste premesse i nuovi sviluppi nel campo degli armamenti non
furono accompagnati da una corrispondente evoluzione delle tattiche di combat-
timento. Sia la guerra anglo-boera (1899-1902), sia la guerra russo-giapponese
(1904-1905) diedero una dimostrazione dell’efficacia delle armi a ripetizione e
delle artiglierie a tiro rapido, nonché del valore delle fortificazioni campali, ma
non portarono ad alcun serio tentativo di rivisitare una dottrina che esaltava il va-
lore dell’offensiva. I tedeschi, forse anche per effetto del pensiero di Moltke che
aveva elaborato il concetto di offensiva strategica e difensiva tattica, compresero
meglio il significato delle nuove armi, il che si tradusse in una maggiore dotazio-
ne di mitragliatrici e artiglierie a tiro curvo, ma sottovalutarono l’impatto della
loro potenza di fuoco sul campo di battaglia, rimanendo fedeli al concetto del
valore assoluto dell’offensiva, e andando quindi incontro come gli altri eserciti a
un lungo e sanguinoso processo di adeguamento alla nuova realtà.
Nei primi tre mesi di guerra, tra morti feriti e dispersi i britannici persero
87.000 uomini, i francesi 854.000, i tedeschi 677.000, in una tragica dimostra-