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66 Il Milite Ignoto: sacrificio del cittadino in armi per il bene superiore della Nazione
sacche di rifiuto, e anche se i coscritti raramente si «present[avano] lieti e giulivi»
il numero di coloro che cercavano di sottrarsi agli obblighi militari inventando
malattie o ricorrendo all’automutilazione si ridusse via via a poche centinaia di
individui.
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La solidità disciplinare non implicava che alla vigilia del conflitto europeo il
servizio militare non restasse un istituto con profonde ineguaglianze. Alla visita
di leva della classe 1891 venne ritenuto idonea e arruolata più della metà dei
contadini iscritti nelle liste, ma solo un libero professionista o studente su tre, e
quando venne selezionata la classe del 1894, l’ultima del tempo di pace, risultò
idoneo alla I categoria mediamente il 38,5% degli iscritti alle liste di leva, che
diveniva il 31% se si era proprietari o liberi professionisti, il 43% se si appartene-
va al proletariato urbano dei servitori e degli uomini di fatica o si era contadini;
infine, ad essere incorporati furono perlopiù giovani dei distretti del centro nord,
mentre nelle province della Campania, della Puglia e della Sicilia (da cui migliaia
di giovani maschi stavano emigrando in America, ma dove permanevano anche
profondi sentimenti di estraneità allo stato) un giovane ogni sette non si era pre-
sentato alla visita di leva, e di quelli arruolati uno su dieci aveva disertato. 18
Pagare l’imposta del sangue
La nazione alle armi durante la Grande Guerra mantenne inalterate molte di
queste sperequazioni sociali a cui si aggiunse uno sproporzionato peso fatto ri-
cadere sulla generazione dei giovani e giovanissimi. Gli appartenenti al segmento
“giovane” delle classi di leva (fino a venticinque anni, soglia che all’epoca mar-
cava il passaggio tra giovinezza e maturità) furono due milioni e duecentomila,
il 43% dei poco più di cinque milioni di italiani dei «tenuti alle armi» tra 1915 e
1918 (vale a dire incorporati in un qualsiasi corpo dell’esercito, ufficio militare o
reparto non combattente), ma la metà dell’esercito operante al fronte. Furono
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17 L. Tomellini, Delle malattie più frequentemente simulate o provocate dagli inscritti, Voghera, Roma
1875.
18 P. Del Negro, La leva militare in Italia dall’Unità alla Grande Guerra, in Id., Esercito, stato, società,
Cappelli, Bologna 1979, pp. 167-260.
19 FEI, specchio a), Ripartizione approssimativa del rendimento per classi dei militari del R. Esercito, pp.
28-29. Sulla definizione di giovinezza in Italia cfr. P. Dogliani, Storia dei giovani, Bruno Mon-
dadori, Milano 2003, p. 8.