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76         Il Milite Ignoto: sacrificio del cittadino in armi per il bene superiore della Nazione




            dalle liste di leva per le classi 1874-1900, Serpieri stimò che venissero arruolati
            2.600.000 maschi tra i 17 e i 42 anni classificati come «contadini» (benché il dato
            sia probabilmente sovrastimato) che formarono mediamente il 46% di tutte le
            unità e i servizi delle Forze Armate, una quota certamente alta ma coerente con
            l’effettiva popolazione rurale del paese: inoltre, la percentuale di contadini arruo-
            lata nell’esercito segnava un trend discendente, e se i territoriali più anziani (classi
            1874-1879) provenivano per più della metà dalle campagne, nelle classi giovani
            (più impegnate nei reparti combattenti) questa proporzione scendeva fin sotto il
            40%.  Esistono molteplici spiegazioni per questa diminuzione, ma va soprattut-
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            to ricordato come le classi più giovani fossero composte da individui con una più
            spiccata mobilità lavorativa e sociale, attratti da altre occupazioni a cui avevano di
            norma accesso nel corso della vita adulta (cioè dopo la visita di leva), un fenome-
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            no testimoniato dal rapido incremento demografico della popolazione urbana.
            Il caso della Toscana è un’efficace spia di come l’esodo dai campi stesse mutando
            rapidamente il quadro demografico e professionale: quando, nel 1910, vennero
            arruolati i nati nel 1890, quasi la metà dei coscritti furono registrati come conta-
            dini, ma solo sei anni più tardi i contadini erano appena un terzo dell’insieme.
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            Questo processo di inurbamento accelerò con la mobilitazione industriale e la
            relativa fame di uomini da impiegare negli opifici che sfornavano armi e mate-
            riali, nonostante il tentativo delle autorità di trattenere nelle fabbriche anziani,
            giovanissimi e donne, inviando i maschi adulti a combattere. 49
               Anche se erano meno di quanto si sarebbe potuto prevedere, comunque, la
            sorte dei contadini nell’esercito non era certo felice. Il basso (quando non nullo)
            livello di scolarità che caratterizzava una buona parte della popolazione rurale
            e le caratteristiche antropometriche spesso svantaggiose (l’artiglieria reclutava
            solo reclute sufficientemente alte e robuste) che caratterizzavano soprattutto i
            braccianti poveri dell’area meridionale faceva sì che molti di questi coscritti, im-





            46   Ibidem, p. 51.
            47   G. Pescosolido, Unità nazionale e sviluppo economico, Laterza, Roma-Bari 1998, pp. 258-283.
            48   S. Soldani, La Grande Guerra lontano dal fronte, in G. Mori (a cura di), Storia d’Italia. La Toscana,
               Einaudi, Torino 1986, pp. 346-452.
            49   S. Peli – A. Camarda, L’altro esercito. La classe operaia durante la prima guerra mondiale, Feltrinelli,
               Milano 1980; P. D Girolamo, Produrre per combattere. Operai e mobilitazione industriale a Milano
               durante la Grande Guerra, ESI, Napoli 2002.
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