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78         Il Milite Ignoto: sacrificio del cittadino in armi per il bene superiore della Nazione




            moltitudine di figure professionali miste (boscaioli-carrettieri-falegnami, minato-
            ri-contadini-artigiani) tipiche di una società rurale e montanara. 54

            Giovani entusiasti: gli studenti e i (pochi) volontari

               Attore protagonista della mobilitazione culturale per l’intervento, il corpo stu-
            dentesco avrebbe combattuto perlopiù nei ranghi del corpo ufficiali di comple-
            mento e sul suo sacrificio si sarebbe costruito, sia pure con prospettive ideologiche
            a volte radicalmente differenti, la leggenda della generazione perduta, che con il
            proprio olocausto aveva dato slancio alla nuova Italia fascista o aveva portato a
            termine la missione risorgimentale dei padri.  Ancora a cinquant’anni di distanza i
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            «21 mila ufficiali di complemento fior fiore della nuova classe dirigente» immolatisi
            sul campo erano il principale riferimento del binomio ideale borghesia in armi-popolo
            che un vecchio interventista democratico come Piero Pieri rimetteva in scena (pur
            sbagliando i calcoli) nella sua fondamentale monografia di sintesi sul 1915-18.
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               Alla vigilia della Grande Guerra i ventuno atenei italiani (statali e liberi) con-
            tavano poco meno di 30.000 studenti, a cui si aggiungevano alcune migliaia di
            iscritti ai sedici Istituti superiori universitari (come l’Istituto di studi superiori di
            Firenze, la Scuola Normale Superiore di Pisa o il Politecnico di Torino) che com-
            pletavano la rete di formazione accademica nazionale, rappresentandone spesso
            le punte di eccellenza.  La popolazione universitaria italiana, come quella delle
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            scuole primarie e medie, era in rapido aumento da anni, e alla fine del conflitto
            avrebbe registrato la cifra record di 46.000 iscritti, il doppio di dieci anni prima,
            perlopiù maschi: era un trend in parte coerente con la tradizionale spinta della




            54   L. Sondhaus, In the service of  the Emperor. Italians in the Austrian Armed Forces 1814-1918, Co-
               lumbia University Press, New York 1990, pp. 104-105; Q. Antonelli, I dimenticati della Grande
               Guerra. La memoria dei combattenti trentini (1914-1920), Il margine, Trento 2008.
            55   A. Omodeo, Momenti della vita di guerra. Dai diari e dalle lettere dei caduti 1915-1918, Einaudi,
               Torino 1968 [1934] specie pp. 13-30; A. Monti, Prefazione, in Id., Lettere di combattenti italiani
               nella Grande Guerra, I, Edizioni Roma, Roma 1935.
            56   P. Pieri, L’Italia nella prima guerra mondiale, Einaudi, Torino 1965, p. 198.
            57   Sommario di statistiche storiche, cit., pp. 77-78. Sull’approssimazione di alcuni dati riguardanti la
               popolazione universitaria cfr. A. Cammelli, Contare gli studenti. Statistica e popolazione studentesca
               dall’Unità ad oggi, «Annali CISUI», 2000, 4 e Id., Universities and professions, in M. Malatesta (a
               cura di), Society and the Professions in Italy 1860-1914, Cambridge University Press, Cambridge
               1995, pp. 27-79.
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