Page 42 - Archivi, Biblioteche, Musei Militari. Lo stato attuale, le funzioni sociali, gli sviluppi
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Archivi e Biblioteche: sessione mattutina

            emanate le "Norme per la selezione e la conservazione di documenti, pratiche e pub­
            blicazioni,  con particolare riferimento  alla documentazione di interesse storico" che,
            con opportune varianti  succedutesi nel tempo, sono tuttora in vigore.
               Le disposizioni riguardano i documenti, le pratiche e le pubblicazioni "di interesse
            storico", che contengono, cioè, informazioni significative atte a rappresentare lo svilup­
            po della Marina e gli eventi degni di memoria avvenuti nel suo ambito, con particolare
            riferimento agli avvenimenti bellici, agli studi relativi al personale, all'organizzazione dei
            servizi, all'impiego delle risorse umane e finanz a rie, all'addestramento, alle sperimenta­
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            zioni e all'armamento delle unità. La pubblicazione propone anche esempi di documen­
            ti da selezionare per la conservazione permanente.
               Le nuove norme non hanno eliminato la discont n uità e l'irregolarità dei versamen­
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            ti del materiale documentario. Gli Enti e i Comandi, assorbiti da prioritari compiti orga­
            nizzativi ed operativi, trovano difficoltoso curare la regolare trasmissione dei documen­
            ti con prevedibili rischi futuri per la documentazione dell'attività della Marina.
               Nella normativa vigente un ruolo centrale viene attribuito all'ufficiale preposto alla
            selezione dei documenti di interesse storico che, in considerazione della delicatezza del
            compito, deve situarsi ad un alto gradino della linea di comando o di direzione di ogni
            Ente. L'ufficiale designato, che non può delegare le sue funzioni, è incaricato di  tenere
            i contatti con l'Ufficio  t orico ed assicurare la completezza e regolarità dei versamenti.
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            Di qui è nata la necessità di incrementare la coscienza, ma soprattutto la sensibilità sto­
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            rica, degli ufficiali di Marina, durante la formazione in  c cademia, dove pure sono pre­
            visti per gli allievi corsi di Storia contemporanea e navale. Negli ultimi due anni gli  f fi­
                                                                                  u
            ciali in servizio presso l'Ufficio Storico hanno tenuto  una conferenza di istruzione a
            tutti  i  neo  u ffi ciali,  per  sensibilizzarli  sulla  necessità  di  documentare  l'attività  della
            Marina.
               Altra difficoltà che si frappone all'applicazione della normativa è la complessità delle
            procedure di declassifica dei documenti di interesse storico-culturale, che scoraggia il
            versamento,  facendo  preferire  spesso  la  soluzione più  comoda  della  distruzione  dei
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            documenti classificati. A questo proposito, nel  9 94, in vista dell'approssimarsi del ter­
            mine per la libera  consultazione dei documenti  anteriori  all'8 maggio  1 9 45, l'Ufficio
            centrale per la Sicurezza dell'Autorità Nazionale per la Sicurezza esentò gli  f fici  t orici
                                                                                 S
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            dalla redazione di verbali di declassifica per i  documenti  che diventavano consultabili
            per effetto dell'imminente scadenza del limite di 50 anni.

               L'utenza dell'archivio storico della Marina Militare
               In un suo recente contributo dal titolo "La Marina italiana dalle sue origini al secon­
            do dopoguerra",  pubblicato  nella "Guida alla storia militare italiana", a  cura di Piero
            Del Negro,S Alberto Santoni, tracciava un profilo della  t oriografia navale italiana, evi­
                                                            s
            denziando anche il ruolo svolto dall'Ufficio Storico della Marina in relazione alla ricer­
            ca storica.
               Il Santoni metteva in evidenza due grossi limiti della storiografia navale italiana:
                   prevalenza  di  s t udi  sull'attività  operativa  e  sullo  sviluppo  materiale  della
            Marina, che pongono in secondo piano le tematiche politico-strategiche ed i problemi




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