Page 78 - Adriatico 1848. Ricerca e significato della contrapposizione marittima - Atti 25 settembre 1998
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La partenza della squadra da Napoli per l'Adriatico dallo stesso giornale co-
stituzionale del Regno delle Due Sicilie (N. 94, 28 aprile 1848) venne annuncia-
ta così:
Ieri, fra grandi applausi, lasciarono questo porto le nostre navi a vela e a vapore,
con sei battaglioni d'ordinanza a bordo ed un settimo di volontari ...
AI Comando del settantenne barone Raffaele De Cosa il 27 aprile salpava-
no otto unità, sia a vela che a vapore, bene armate ed equipaggiate.
Se è vero l'aneddoto del Re che, in abito civile, si reca sul Roberto per sa-
lutare l'ammiraglio dicendogli: "Ricordati che sei vecchio e tieni famiglia ... " è al-
trettanto vero che l"'ordine d'operazione" "da aprirsi solamente otto miglia a
levante di Capri" e firmato dal segretario particolare del Sovrano recitava:
S.M. il Re desidera che la Squadra, appena sbarcate le truppe a Pescara e a Giulianova,
faccia ritorno in questo Generale Dipartimento. L'l M.S. è sicura della fedeltà di lei,
signor Generale.
Sulla base di questi elementi, si evince che il Governo sardo disponeva di
tutte le informazioni necessarie e poteva inviarle all'ammiraglio Albini con le
unità a vapore partite con il secondo gruppo. Inoltre, a Venezia era stato invia-
to il capitano di corvetta marchese Ippolito Spinola "per essere il buon inter-
mediario tra la flotta sarda in Adriatico e la Repubblica Veneta". Partito da
Genova il 26 aprile, raggiunge Venezia qualche giorno dopo, e prende gli op-
portuni accordi perché
le forze navali venete al comando del contro-ammiraglio Eua si porrebbero alla di-
pendenza dell'ammiraglio Albini, a similitudine anche delle truppe belligeranti dei
diversi Stati italiani nel Lombardo-Veneto che sono sotto gli ordini diretti di S.M.
Ca do Alberto (36).
In data 3 maggio, il comandante Spinola, che non poteva non sapere del-
la squaclra napoletana
avverte l'ammiraglio Albini che gli equipaggi italiani sono stati tutti sbarcati dalle
navi austriache e mandati da Pala a Venezia, tranne ventiquattro ufficiali tenuti in
ostaggio nell'interno dell'Impero [Compreso il Fincati che starà in carcere quattro
mesi ad Agram (Zagabria) e successivamente scambiato] e che perciò, senza alcu-
na sentimentale riguardo, le navi austriache qualora incontrate potevano a fondo
essere attaccate (37).
L'ammiraglio De Cosa arriva ad Ancona il 5 maggio e incontra una com-
missione di Venezia che sollecita il suo intervento a causa del blocco clelia flotta
austriaca nei confronti della città e aveva già tentato uno sbarco a Chioggia (8).
Constatata una situazione non prevista dalle disposizioni, De Cosa:
( ... ) mandò a Giulianova un suo incaricato a chiedere telegrafiche istruzioni, ed al-
tro, allo stesso fine, con la diligenza a Napoli. Sperava che il Ministro liberale, vi-
sto il malvolere di Ferdinando, lo avrebbe assecondato nel suo patriottico proposito
di andare in soccorso ,lila minacciata città. Infatti fu, almeno provvisoriamente,