Page 83 - Adriatico 1848. Ricerca e significato della contrapposizione marittima - Atti 25 settembre 1998
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LA CAMPAGNA NAVALE DELLA MARINA SARDA IN ADRIA'nCO NEGLI ANNI 1848-1849 73
Nella relazione spedita dallo Spinola al Ministero di Torino, qualche giorno
dopo, sono esposti i fatti e giustificata la mancanza dell'attacco (54).
Tuttavia, si ha ragione di ritenere che se la calata di vento aveva fermato
le unità a vela, le navi a vapore sarebbero state sufficienti a garantire una su-
periorità su quelle austriache, tanto più che queste ultime soffrivano la mancanza
di equipaggi completi ed esperti per l'espulsione dei veneti, come aveva comu-
nicato lo Spinola; si preferì perdere tempo cercando di rimorchiare le unità a ve-
la per portarle al tiro!
Non suffictt aninzus!
Dopo che nel pomeriggio ebbe modo di giustificare la sua presenza ad un
parlamentare austriaco - azione attuata dal Kudriaffsky per guadagnare tempo (55)
- (con alte parole rispose "essere suo compito di colare a picco le navi che non
si arrendessero") all'ammiraglio Albini non restò che dar fondo in rada in quan-
to le unità austriache erano già rientrate a Trieste - quelle più attardate erano sta-
te rimorchiate dai piroscan del L10yd - protette dalle batterie costiere; e ormai si
era fatto buio (56).
Intanto, già a conoscenza dell'arrivo della squadra napoletana, il Governatore
di Trieste nelle prime ore del 23 maggio spedisce a Vienna un rapporto in cui,
nel riferire della attività delle unità austriache e non conoscendo la presenza del-
la squadra sarda, afferma:
( ... ) la forza della flotta nemica non è esattamente conosciuta. È composta di navi
napoletane e veneziane; complessivamente 19 bastimenti all'incirca, tra cui quattro
fregate, tre brigantini e sei vapori di guerra; forza contro la quale la nostra squadra
non potrebbe competere in mare aperto ( ... ).
L'algravio di Salm, inoltre, era preoccupato per possibili sbarchi sulle coste
istriane e dalmate. Così nel suo rapporto:
non sarebbe inverosimile che questa flotta andasse a prelevare a Venezia reparti in-
sorgenti per sbarcarli sulle coste deU'Istria c della Dalmazia, che la nostra squadra
troppo debole ormai non può pill difendere.
Se non addirittura di uno sbarco a Trieste con la possibilità di perdere la
città qualora ci fosse una contemporanea sommossa interna (57).
In considerazione del fallO che i movimenti delle squadre sarda e napoleta-
na erano controllati da unità inglesi e francesi che si appoggiavano a Trieste, il
Governatore ricorre al comandante della fregata inglese a vapore Terrlble, Ramsay,
per sondare le intenzioni dell'Albini, ma la risposta dell'ammiraglio non è con-
vincente, in quanto ribadisce la difesa del "nostro commercio da una forza na-
vale austriaca, la quale, essendo nemica del mio governo, è mio debito di combattere".
Dopo una puntata verso Pirano, il 24 la squadra navale sardo-napoletana è
nuovamente nella rada di Trieste, e aU'Albini giunge la protesta dei consoli stra-
nieri; inoltre,