Page 80 - Adriatico 1848. Ricerca e significato della contrapposizione marittima - Atti 25 settembre 1998
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                  ostile per l'Austria ed oso lusinganni che Vostra Eccellenza non sarù avverso di gen-
                  tilmente volermene dare  precisa dichiarazione, a segno che possa star sicura  la  na-
                  vigazione ed il commercio austriaco, dichiarazione che avrebbe valore cii  reciprocità
                  intorno al  commercio  napoletano,  il  quale  si  fa  con  numerosi  legni  ormai  ormeg-
                  giati  ed  in  continuo arrivo  in questo  porto dalle  coste  del  Regno  di  Napoli (42).
                  Se non era una larvata minaccia cii ritorsione, era evidente che il  Governatore
             di  Trieste  cercasse  di  conoscere  lo  scopo  clella  presenza  della  squadra  napole-
             tana  specialmente  nei confronti  del  traffico  mercantile (43).  Non  è  da  escludere,
             infine,  che anche questa  comunicazione abbia  influenzato la  decisione dell'am-
             miraglio napoletano per dirigere verso il  rientro al  momento clell'arrivo del  Capri
             con gli  ordini  perentori del  Re.
                  Anche il  Salm sarà più  tranquillo qualche giorno dopo nel  ricevere una co-
             municazione da Vienna in cui dal Ministero degli Esteri gli veniva specificato che
             "il Regio Governo britannico  ha deciso  di  astenersi  da  qualsiasi  ingerenza  effet-
             tiva  nelle ostilità,  che hanno per teatro  il  Regno  Lombardo-Veneto" e  che la 110t-
             ta  sarda  non  avrebbe  molestato  il  traffico  maritLimo  austriaco (44).

             Il Roma e la j70ttiglia pOIlIi/lela

                  Un accenno particolare merita la  partecipazione all'attività navale in Adriatico
             di  una  unità  a  vapore  appartenente  allo  Stato  della  chiesa  e  di  una 110ttiglia  di
             imbarcazioni  minori operanti  nella  zona  del  Po.
                  Si  tratLa  di  un vaporetto  in  ferro  costmito  in  Inghilterra,  lungo circa  35  me-
             tri,  largo  poco  più  di  quattro,  con  una  trentina  di  uomini  di  equipaggio (45).
             Utilizzato per il servizio passeggeri cci  il  rimorchio clei barconi sul Tevere,  il  Cfttà
             di Roma (o  Roma)  era al  comando del Tenente Colonnello  Alessandro  Cialdi.
                  Appartenente,  all'amministrazione  delle  Finanze,  l'unità era stata  comanda-
             ta  (con  "officio  6227"  in  data  26  marzo  1848)  cii  partire per Civitavecchia  e  cari-
             care  tremila  fucili  da  trasportare acl  Ancona (46).
                  Il  gen.  Durando  chiede  ed ottiene  di  poter utilizzare  il  Roma  per le  esi-
             genze  locali sul  Po;  oltre  a  quello gli  vengono assegnati  i guardacoste  Cesare
             e  AnJlibale e  le  "scorridore"  S.  Pelagla,  S.  ClementlJla,  S.  Rosa,  S.  Fermlna  e
             S.  Lorenza,  della  amministrazione  delle  Finanze,  distaccate  a  Porto  Corsini.
                  Alcune  di  queste  unità  minori  erano state  impiegate per il  controllo ciel  li-
             tor~tle ravennate e  per scortare i trabaccoli che avevano trasportato a Trieste e  a
             Fiume soldati  austriaci  (croati  e  ungheresi)  capitolati  a  Comacchio  e  Piacenza.
                  Disimpegnato  il  lavoro  sul  Po,  il  gen.  Durando  suggerisce  di  aggregare  il
             Roma alla  squadra napoletana e  sarda.  Inviato a Venezia  il  battello  è sottoposto
             a  lavori  in  Arsenale  il  lO  maggio  per adeguare le strutture clello scafo a  reggere
             l'armamento,  come riporta  il  Cialdi:
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