Page 84 - Adriatico 1848. Ricerca e significato della contrapposizione marittima - Atti 25 settembre 1998
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                 i consoli degli  Stati  componenti  il  Bund  tedesco,  richiamavano  l'attenzione dell'am-
                 miraglio sulla circostanza che Trieste faceva  parte della Confederazione Germanica
                 e  che  ogni  :lttacco  contro Trieste  sarebbe  stato di  conseguenza  un  attacco  contro
                 la  Confederazione  Germanica.
                 La  protesta rappresentava una mostruosità giuridica,  perché Trieste, città  non aperta ma
                 fortificata,  città  non  neutrale  ma  politicamente  austriaca,  doveva  subire  le  sorti  dello
                 Stato a cui apparteneva e gli  interessi dei sudditi esteri  non potevano trovare altra pro-
                 tezione che quella  garantita  dalle comuni leggi e delle  consuetudini internazionali (58).
                 Il  console  francese,  però,  riconoscendo  il  diritto  del  Governo  Sardo  non si
             associò;  il  console  piemontese addirittura  andò  a  bordo  e  successivamente  fu  ri-
             cevuto  dal  Governatore  dove  sarebbe stato  latore  della  proposta - suffragata  da
             una analoga conferma del console francese - di far  uscire la  squadra austriaca per
             una "singolar tenzione"  cii  sapore medioevale per la  quale Albini sarebbe stato di-
             sposto a  rinunciare  a  I~\I'  partecipare qualche  unità  per "giocare"  ad armi  pari.
                 Dopo  qualche scambio  epistolare  con  il Governatore  e  le  repliche  verbali
             e  scritte  ai  consoli  tramite  il  console  degli  Stati  Uniti (59)  le  unità  dell'Albini  ini-
             ziano  un  "pendolamento"  lungo  le  coste  istriane sostando  davanti  a  Cittanova,
             Rovigno,  e  Parenzo  per "fare  l'acquata"  come  al  tempo delle galee  e  per acqui-
             stare viveri freschi.  Durante le soste davanti ai sorgitori istriani si  ebbero visite a
             bordo  di  sindaci  e  personalità  locali  e  vennero  addirittura  arruolati  non  pochi
             marinai.  Così scrive  l'ammiraglio Albini:
                 ( ... )  essendosi  rifugiati  in  diverse  epoche  a  bc;>r«o  della  Regia  fregata  S.  Micbele
                 più  individui  abitanti  dell'Istria,  alcuni  di  questi  essendo atti  al  servizio  di  mare,
                 vennero a  seconda  delle  loro  domande  arruolati  al  Hegio  Servizio  per la  durata
                 di  un anno (60).
                 Per  quanto  riguarcIa  lo  sbarco  sulla  costa  istriana,  se  la  popolazione  lo
             aspettava, le autorità,  come si è visto,  lo temevano. Per evitare sorprese il Gyulai
             aveva  emanato  un  proclama  e  utilizzato  la  stampa,  in  una specie di guerra psi-
             cologica,  per  ammonire  gli  abitanti  del  litorale,  cIi  chiari  sentimenti  italiani  - i
             più  anziani  potevano  ancora  ricordare  la  appartenenza  dei  'loro  comuni  alla
             Hepubblica  cIi  Venezia  - ed  eccitare gli  slavi  dell'interno:
                 una  massa  inerte che non ha  nobili desideri ed alTetti,  tranne quelli di non veder tur-
                 bata  la  propria  tranquillità.  Non mancherebbero mezzi a chi sapesse valersene,  onde
                 scuotere le  masse slave istriane,  perché  inveissero contro gl'Italiani dell'Istria e  la  più
                 orrenda  guerm  civile  ne sarebbe fatale  conseguenza.
                 Noi  desideriamo - scrive  il giornale filogovernativo  Osso/'UC/to/'e Triestino - noi  invo-
                 chiamo che l'Istria  rimanga congiunta a Trieste e all'Austria con essa.  Né questa con-
                 giunzione,  tenendo  lontano  da  lei  sommi  mali,  e  provvedendo  invece  ai  suoi  reali
                 interessi,  t~l  dett~lzione al  sentimento di  nazionalità,  la  quale  vogliamo  rispettata  co-
                 me  in  noi Triestini,  così in  tutti  g('Istriani (61).
                 Durante  il  pendolamento e  le soste,  come già  detto,  non  era  raro  il  caso  cIi
             visite  a  bordo.  È  significativa  la  lettera  di  un  ufficiale  imbarcato  riportata  dal
             Quarantotti nel  suo lavoro sull'Istria  nel  1848:
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