Page 81 - Adriatico 1848. Ricerca e significato della contrapposizione marittima - Atti 25 settembre 1998
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LA CAMPAGNA NAVALE DELLA MARINA SARDA IN ADRIATICO NEGLI ANNI 1848-1849 71
( ... ) si stabilì di porvi nel centro della prora un obice di 5 pollici e 7 linee, ossia
da 24, ed ai lati due petrieri, alla poppa due petrieri, uno spingardo e due mac-
chine da lanciar racchette. Due petrieri e lo spiilgardo si trovavano gi<'i sul nostro
bordo ( ... ). .
Nessun costo per il lavoro sarà addebitato allo Stato pontificio che si limi-
terà ad un ringraziamento alle maestranze pubblicando un elogio nominativo
nella Gazzetta Ufficiale del Governo.
All'arrivo delle squadre napoletana e sarda il Roma si aggrega, considerata
la necessità dell sua opera in caso di rimorchio delle navi a vela.
Partecipa alla prima operazione contro il forte cii Caorle ed effettua vari ser-
vizi di trasporto tra Venezia ed Ancona; il giorno 13 giugno, in funzione di "mes-
saggero" viene inviato da Trieste a Venezia per informare del blocco e della
partenza della squadra napoletana. In questa occasione è avvistato dal Daino
come si vedrà più avanti.
Il 16 di giugno il Cialdi cede il comando della unità al cap. Castagnola e si
reca a Roma per altri incarichi (47).
Il battello rimarrà ancora nelle acque cieli' Alto Adriatico per servizi postali
e logistici tra Ravenna e Venezia.
In Adriatico
Con il viatico della nuova bandiera tricolore, che forse era, ed è, prematu-
ro chiamare bandiera navale (48) il primo gruppo di unità partì da Genova il 26
di aprile; il secondo (Aquila, Aurora, Tripoll e Mal/atano) qualche giorno più
tardi, riunendosi prima a Manfredonia e poi ad Ancona (49).
A proposito del trasferimento del secondo gruppo, qualche notizia può es-
sere recepita clalle lettere che l'ufficiale al dettaglio ciel MaijèltaJ1,o, Emilio Faà cii
Bruno inviò al padre durante la campagna in Adriatico (50); in questa che si ri-
porta descrive una parte della traversata:
Ancona, li 20 maggio 1848
Carissimo Padre
Ieri dopo mezzogiorno giunsi in Ancona ove ci fermeremo ad attendere l'arrivo del-
la nostra squadra la quale è gW in vista; come vede noi impiegammo dieci giorni
a venirvi, avendo però rimorchiato la corvetta Aquila sino davanti a lvlessina. Noi
poi dovemmo approdarvi per fare carbone. In quel momento eravi ancora l'armi-
stizio fra la cittadella e la città, che doveva terminare ai 21 del volg.te. La città è di-
fesa da sette forti in tutto 69 bocche di fuoco benissimo disposte, contutto ciò non
credo che la cittadella possa prendersi stante che essa è difesa dal mare che la cir-
conda, e puoi sempre ricevere sussidii da Napoli.
I siciliani sinora non hanno forze di mare per impedire l'approdo dei piroscafi na-
poletani (...)