Page 261 - Missioni Militari Italiane all’estero in tempo di pace (1946-1989) - Atti 27-28 novembre 2001
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CONGO  1960-1961' L'ECCOlO DI  1\!NJ')U  NI!UE  MEAZIOIIII  DEI.L'Oi'U'IO!>'l: PUUUUCA  ITAIJANA   249


       forze adeguate" C7Sl.  L'estremismo del !'\liSI  e  dei monarchici spinsero  alcuni gior·
       nali della des1ra conservatrice a distinguersi. Il "Corriere Lombardo", ad e-sempio,
       pubblicò un fondo del direttore Sterpa. che si domandava: ·cosa può fare l'Italia?
       Certo non deve limitarsi a piangere i suoi tredici Caduti. E però non può, d'altro
       camo.  spedjre aerei  o  cannoniere. Sarebbe assurdo.  Può fare  una cosa.  questo
       sì:  avvalersi  della  propria  presenza  all'GNU c  chiedere  che  il problema  del
       Congo venga discusso, questa volta seriamente" (J6>. Ma se sulle azioni da intra-
       prendere i  conservatori  preferirono avvicinarsi  a  Fanfani  e  quindi  sostenere  il
       collegamento con  le Nazioni  Unite, sulle  cause  della  tragedia  essi si dimostra-
       rono  naturnlmente su  posizioni totalmente contrapposte a  quelle delle sinistre e
       in modo particolare del Partito comunista: "Volta e gira". scriveva Sterpa in risposta
       agli articoli deli""Unità" sopr:t citati "(. .. )  quei nostri tredici aviatori (che noi, più
       che martiri, consideriamo soldati caduti nell'adempimento di una nobile missione)
       finiranno  per essere  iscritli  nell'albo  nero delle squadracce  dei  colonialisti.
       Questa è l'aria che tira". Certo, sosteneva ìl direttore del "Corriere Lombardo". la
       colpa  era  "in  parte•  dei  "colonizzatori  belgi".  "Ma ( ... )  i  biançhi  di oggi  non
       hanno più  la  frusta  né vanno più a  caccia  di schiavi.  Oggi  i  bianchi sono  nel
       Congo per impedire che i  baluba e  i  pigmel si uccidano e  mangino a  vicenda.
       E per  impedire i  massacri,  corrono il rischio di essere  uccisi e  mangiati. Quesra
       è  la verità. Ma, evidentemente. jJ gioco di clu difende oggi i conMolesi è  un altro:
       gena.re discredito sulle potenze occidemali e aiutare Mosea a <:onquistare dall'interno
       l'Africa. In perfena malafede" C77l. Tra le numerose prese di posizione del fronte
       conservatore,  una delle pìil nene e  radicali fu  nuovamente quella del  "Corriere
       della sera•.  il  quale  ribadì  le sue tesi  con un nuovo articolo di Guerriero.  "lo
       dorru~ndo se  c'è senso  comune  a  esporre  a  cosi  gr:IVe  pericolo  vite di nostri
       fratelli per un popolo selvaggio".  Il corsivista del quotidiano mìlanese prendeva  ,
      spumo dalla discussa  proiezione del film antimilitarist:t ·Non  uccidere" del fr-.tn-
       ccse  Autant-Lara,  avvenuta  nella Firenze  del  sirldaco  democristiano La.  Pira:
       "Cosicché. la  Democrazia  ò-isti:Jna  ha due morali: quella di Firenze (o di La Pira)
       per cuj il duadino che si rifiuti di andare a combattere per la  patria. è  giustificato:
       e quella di Roma (o di Fanfani), per cui ìl militare che riceve l ordine di arrischiar
       l~ vita  per gli nntropofagi del Congo. deve obbedire.  e.  se  si  rifiutasse.  sarebbe
       passibile di condanna  penale.  Morire  per  l1talia,  no!  Morire per  il  Congo. si!".
       Guerriero si scagliò comro Fanfani, contestandone la solidltrietà espress:t  ver~o
       il  popolo congolese, cioè verso coloro che avevano ucciso, smembrnto e  forse
       sbranato  t~ll  aviatori:  "Quale  'solidarietà'  possiamo  mai  avere  per un popolo
       simile?·, si domandava  reror:icameme  il giomalistn.  Infine il  confronto  fallo da
       Fanfani tra la situazione congolese del 1961 e l 'Italia pre unitaria veniva  respinto
       con sdegno da  Guerriero: "QueUo che assolutamente non possiamo accettare è
       che si parngoni il popolo italiano di qualsivoglia periodo o epo<.."3 storica al popolo
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