Page 171 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1861-1914) - Atti 24-25 settembre 2002
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L'ESERCITO E L'ORDINE PUIIIIl.lCO: IL CASO DI l'vIlLANO (I H9H) 155
compreso un trombone, qualche spingarda e finanche un piccolo cannone, resi-
duato quarantottesco. Venne quindi istituito il coprifuoco dalle undici di sera e
fino alle sei del mattino (33). Verso le cinque del pomeriggio del 7 maggio, i caval-
leggeri di Vicino, due battaglioni del 91° e dci 92° fanteria e una parte del 48°
raggiunsero il Duomo, sostituendosi alle esauste unità reduci dal Carrobbio e tra-
sformando il sagrato in un vero e proprio accampamento militare.
L'altra parte del 48° fu inviata d'urgenza alla caserma dei carabinieri di via
Moscova, che si riteneva minacciata da una nuova colonna di manifestanti. Nella
zona e in corso Garibaldi si era formato un poderoso assembramento che minac-
ciava l'incendio del magazzino foraggi di via Palermo, allo scopo di danneggiare la
cavalleria. Del Majno aggiunse così alle compagnie del 48° un "corpo di spedizio-
ne" micidiale, costituito da quattro compagnie di bersaglieri, una batteria d'arti-
glieria e uno squadrone di lancieri. L'ordine al responsabile operativo, colonnello
Bosco, era di "agire con la massima celerità ed energia" ed eventualmente, ed era
la prima volta che veniva impartito un simile comando, "impiegare il cannone a
polvere prima (ovvero a salve - NdA) e, se ciò non bastava, a mitraglia" (.14).
Ma la batteria, per il momento, non servÌ. Le otto barricate imbastite dai
rivoltosi furono attaccate dai soldati di Bosco alla baionetta, debellando sangui-
nosamente i resistenti. Alle ventitré ogni ribellione appariva vinta, e tutte le vie
principali - oltre naturalmente a piazza Duomo - erano occupate.
Rispetto al giorno precedente, la domenica 8 maggio si caratterizzò da un
numero inferiore di scontri di grandi dimensioni, ma anche dall'utilizzo
dell'artiglieria, che avrebbe fatto drammaticamente crescere il numero delle vit-
time. Al primo mattino le truppe del Duomo furono rinforzate dai richiamati
del distretto militare, da due battaglioni del 5.1° fanteria e da un battaglione del
6° alpini. Un battaglione del 4° alpini fu inviato a presidiare la Stazione centra-
le. r battaglioni di fanteria impiegati a Milano salivano così a sedici. Alla noti-
zia di accenni di rivolta a Monza, Bava Beccaris ordinò l'invio nella città brian-
zola di due compagnie del battaglione alpino "Edolo" e di uno squadrone dei
Lancieri di Firenze.
Il generale Del Majno iniziò la seconda fase delle operazioni, allargando
l'occupazione della città dal centro verso le porte esterne. La cerchia dei navigli fu
divisa in quattro settori, al comando del generale San Martino - che teneva la
zona porta Garibaldi-porta 1ènaglia-porta Sempione, e dei colonnelli Volpini,
Parvopasso e Guarneri, distribuiti intorno alle altre porte. Radicati sarebbe rima-
sto con il grosso della truppa in Duomo. In porta Ticinese si registrarono notevoli
(33) Alfredo Canavcro, Milallo 1898: tllllllliti e repressiolle, cit., p. 19.
(34) Comando dclla Divisionc territoriale di Milano, ciI.