Page 51 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1915-1943) - Atti 22-24 ottobre 2003
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LA  GRANDE GUERRA, ELEMENTO UNIFICATORE DEL POPOLO ITALIANO?            29


        2)  la  Grande  Guerra  fu  senza  dubbio,  nella  misura  in  cui  coinvolse  anche  le
            aree in precedenza appena sfiorate dal fenomeno migratorio, «la prima, gran-
            de  esperienza collettiva  degli  italiani».  Come  sottolineava,  tra gli  altri,  Di
            Giorgio,  quando  affermava  che,  «mentre  le  guerre  precedenti erano  state
            combattute dagli eserciti a ferma più o meno lunghe, questa ultima fu  com-
            battuta  invece  dalla  intera  nazione» (47),  il  primo  conflitto  mondiale  ebbe,
            sotto  l'aspetto  del  coinvolgimento  delle  masse,  un  indubbio  effetto  nazio-
            nalizzatore, il  quale per di più non si esaurì nella fase bellica, ma, grazie an-
            che a quel mito dell'esperienza di guerra che il fascismo in quanto «Italia di
            Vittorio Veneto» fece proprio, segnò in profondità la cultura italiana (quan-
            to meno fin  tanto che la storia ha continuato ad avere un significato 'forte'
            a livello  di  coscienza collettiva);
        3)  nello  stesso  tempo  va  sottolineato  che  la  guerra  fu  anche  un  profondo  ele-
            mento di divisione:  non solo e non tanto «neutralismo e interventismo furono
            due nomi che divisero profondamente l'anima nazionale» (48)  a partire dai me-
            si precedenti l'ingresso dell'Italià· .• nel conflitto, ma la stessa esper~enza di guer-
            ra  fu  vissuta in  maniera  assai  diversa.  Funzionò  senza  dubbio  da  elemento
            unificatore per la  maggior parte dei così  detti irredenti e,  in genere, degli ita-
            liani che si trovavano fuori dei confini dell'Italia in vigore nel 1915, ma all'in-
            terno del paese ebbe, come testimonieranno le convulsioni del primo dopoguerra,
            un impatto controverso.  Lo stesso  Gibelli,  pur intitolando, nella scia del noto
            studio  di  Eugene Weber  su Peasants  into Frenchmen (49),  un capitolo Da  con-
            tadini a italiani, c/;le  lascia quindi intravedere un punto d'arrivo nazionale del
            processo  di  acculturazione  imposto  dalla  Grande  Guerra alle  classi  popolari,
            pur constatando che  «la  partecipazione al  conflitto  aveva fatto  penetrare im-
            percettibilmente una serie di principi e di convinzioni, o almeno di parole [del-
            la cultura patriottica], anche nelle classi popolari, sia pure in maniera informe,
            contradditoria e  incompiuta»  e  che  «l'esperienza  compiuta era stata  decisiva
            per  rendere  più  uniformi  costumi  e linguaggi,  in  una parola per italianizzare
            ben o male la  popolazione»,  finisce  comunque per concludere che «è  tuttavia
            difficile dire con certezza - o almeno con ragionevole approssimazione - se al
            termine di  questa sconvolgente esperienza i combattenti si  sentissero effettiva-
            mente più «italiani»  di  quando vi  erano entrati» (50);



             (47)  Ivi, p. 27.
             (48)  Ivi, p.  27.
             (49)  Eugene Weber, Peasants into Frenchmen. The modernisation of rural France, Stanford,
        Stanford University Press,  1977 (traduz.  it.:  Da  contadini a francesi:  la  modernizzazione della
        Francia rurale  1870-1914, Bologna, Il  Mulino, 1989).
             (50)  A.  Gibelli, La Grande Guerra,  cit., p.  161-163.
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