Page 102 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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                 I qualunquisti,  noti  per essere  poco attenti  alle  questioni  internazionali, in-
             terrompono  il  loro  silenzio  sulla  vicenda  del  trattato  proprio  in  occasione  del
             vertice del  Lussemburgo e affrontano il tema delle clausole relative alla flotta ita-
             liana.  L'atteggiamento è sprezzante, ed al  contempo evocante una reazione  non
             si  comprende se temuta o auspicata:
                 "A che serve prendersi la  flotta italiana e dividerla fra la  Grecia, la Jugoslavia,
             la Russia, l'Inghilterra, gli  Stati Uniti d'America? A niente:  nemmeno a danneggia-
             re di più l'Italia. La richiesta è fatta al solo scopo demagogico, di solleticare l'amor
             proprio  nazionalistico  di  alcune  popolazioni  ancora  profondamente arretrate:  la
             greca, la jugoslava, la russa; a  far sorridere di  pietà i tecnici  di  marina anglo-ame-
             ricani;  ad esasperare ancora di  più, se  è  possibile,  il  popolo italiano a cui  sembra
             che  le  Grandi  Potenze vincitrici  si  siano  proposte  di  far  rimpiangere con sempre
             più  acuta nostalgia un'epoca da troppo tempo trascorsa" (57).
                 Ancora più  ispirato, e  meno ironico è  un  successivo intervento qualunqui-
             sta  sull'aeronautica,  dove  si  stigmatizza  il  clima  generale  e  l'incertezza  ("Alla
             conferenza di  Parigi ... non è dato sapere quale sarà il  destino della nostra Aero-
             nautica"), si  condanna il  cinismo delle Potenze, che forse  cancelleranno una pa-
             gina  storica  e  gloriosa  come  quella  redatta  dall'aviazione militare  italiana, e  si
             presenta  un  programma di  rilancio dell'arma aerea (58).  Il  tema della  flotta  vie-
             ne ripreso dai  liberali, secondo i quali una riduzione del  tonnellaggio disponibi-
             le  significherebbe sguarnire un Paese che, abbandonate tutte le  velleità aggressi-
             ve,  vorrebbe soltanto difendersi (59).  Anche i monarchici deplorano la spartizio-
             ne della "flotta dell'Italia cobelligerante" (60).  Il  tema delle forze  armate è senti-
             to, soprattutto a ridosso del  referendum e delle elezioni per la  Costituente. Per-
             sino il  Pci  assume un atteggiamento attento e di  simpatia nei confronti delle tre
             armi:  anch'esso appare particolarmente attento all'arma azzurra:
                 "Noi  comunisti  chiediamo che  ci  sia  lasciata  l'aviazione  nella  quale  i tecnici
             hanno dato tanta prova di  genialità e i piloti di eroismo" (6l).


                (57)  "Corbellare i popoli", in:  CUOI/IO  Quall/nque, anno III,  n.  18,  l° maggio  1945, p.  l.
                (58)  "Difesa  della  nostra  aviazione",  in:  L'Uomo Qualunque,  anno JII,  n.  19,  8  maggio
              1946, p.  3.
                (59)  "La nostra flotta",  in:  Risorgimento Liberale, 23  aprile  1946, p.  1.
                (60)  Marco Palermo, "La flotta dell'Italia cobelligerante spartita  in  un'ora fra sei  nazioni",
              in:  Il Mattillo d'Italia,  28 aprile 1946, p.  1.
                (61)  "Un esercito rinnovato e democratico per l'unità e per l'onore dell'Italia", in:  l'Ullità,
              28  maggio  1946,  p.l.
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