Page 98 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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             giornale che il trattato con l'Italia sarà firmato entro maggio, aggiungendo tuttavia
             un  beffardo  occhiello:  "Ma gli  scettici  dicono  che  è  troppo  bcllo  per  essere  ve-
             ro" (40). Già il28 dicembre il tenore dell'articolo di fondo di Massimo Mercurio sul-
             l'organo monarchico è molto più pessimista, e stigmatizza l'assenza di un riferimen-
             to all'Italia nel  comunicato conclusivo dci vertice, ma soprattutto viene condanna-
             ta la decisione di accomunare le sorti  dell'Italia a quelle di Bulgaria e  Ungheria:
                 "La speranza che la  politica dei blocchi appartenesse a un'era sorpassata è vis-
             suta in  noi il  breve spazio di  un mattino" (41).
                 Mentre il  quotidiano economico  milanese Il Sole  riprende le tesi  dei cattolici
             sostenendo che la mancanza di coesione tra le  forze politiche italiane è, di fatto, la
             causa dell 'esclusione italiana dalle trattative (42),  dalle colonne de Il  Mondo,  Luigi
             Salvatorelli ammonisce che nessun popolo, seppur piccolo "può essere trattato co-
             me strumento di un altro popolo, per grande che sia" (43).  Più drastico ancora ap-
             pare il  ragionamento di Vali ani che, dalle pagine dell'organo di  stampa del Partito
             d'azione, riporta la  notizia che l'Italia dovrà subire, senza potere di  fatto  interve-
             nire, il  trattato. Si  tratta per l'esponente azionista di  un salto a ritroso della politi-
             ca internazionale:
                 "Qui non si  tratta più di  un accordo dei due o  tre 'grandi' per sistemare un
             paese  in  contestazione, qui si  è  tornati alla  concezione versagliese dei vincitori
             e  dei  vinti" (44).
                 Ma di nuovo è il  direttore del Corriere a codificare il  pensiero generale e a rap-
             presentare  al  contempo  gran  parte  delle  posizioni  governative,  a  cominciare  da
             quella dci  presidente del  Consiglio. Sin dalla vigilia  della conferenza, Borsa espri-
             ma  tutte  le  perplessità  sui  possibili  risultati:  "Dal  fallimento  della  conferenza  di
             Londra" scrive "non si è fatto un passo". Tra i motivi addotti (la partecipazione di
             Cina e  Francia, osteggiata dai sovietici, oppure i trattati con Bulgaria e Ungheria)
             uno dei più scottanti è stato appunto il  trattato con l'Italia.  Borsa spera che le an-
             nose  questioni siano affrontate dai  "Grandi" con clemenza e  comprensione.  Gle-
             menza verso un Paese prostrato (con evidente riferimento alle riparazioni richieste



                (40)  "La pace con l'Italia entro maggio", in:  Il Mattino d'Italia 25  dicembre 1945, p.  1.
                (41)  Massimo Mercurio, "Baratto a Mosca", in: Il Mattino d'Italia, 28  dicembre 1945, p.  L
                (42)  "Delusione a Roma", in:  Il Sole,  28-29 dicembre  1945, p.  1.
                (43)  Luigi  Salvatorelli,  "II  convegno  di  Mosca",  in:  Il  Mondo,  anno  XXIV,  n.  25,  20
             dicembre  1945, p.  I.
                (44)  Leo  Valiani,  "[  'due grandi' e il  governo del  mondo", in:  Cltalia Libera,  29  dicembre
             1945, p.I.
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