Page 106 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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Si tratta di un'ipotesi, quella della tutela militare britannica, che verrà presto
smentita, e la decisione presa a Parigi secondo la quale le truppe alleate lasceran-
no l'Italia tre mesi dopo l'entrata in vigore del trattato viene accolta con soddisfa-
zione dagli organi di stampa di ogni tendenza. Ma come in un gioco di perenne
compensazione pochi giorni dopo giunge nelle redazioni dei giornali la prima de-
cisione in materia confinaria decisa dal vertice preparatorio: Briga e Tenda passe-
ranno sotto la sovranità francese, il Dodecanneso verrà ceduto alla Grecia, mentre
su Trieste e l'Istria comincia a emergere la proposta di Biclault di un'internaziona-
lizzazione e della creazione di un territorio autonomo. Sullo sfondo comincia a in-
travedersi lo spettro di un lungo e temibile confronto tra le potenze occidentali e
l'Urss, confronto accolto con cocente preoccupazione dagli osservatori italiani, ti-
morosi che quel trattato porrà un'Italia anestetizzata e impotente alla mercé degli
interessi altrui e in generale degli sviluppi della situazione internazionale (77).
Mentre l'opinione pubblica repubblicana assiste, con la chiusura dell'ultimo ver-
tice parigino prima della Conferenza di pace, al definitivo tramonto dell'ultima spe-
ranza, si assiste in Italia a un'insorgenza delle diverse anime della destra. Cavvicen-
dal11ento istituzionale spinge le destre già filo monarchi che ad abbracciare una posi-
zione speculare a quella dei partiti repubblicani prima del 2 giugno: stavolta è l'Ita-
lia repubblicana ad essere poco credibile, inaffidabile perché in odore di socia\comu-
nisl11o, e di conseguenza passibile di un trattamento punitivo da parte dei vincitori.
Soprattutto, alcuni settori 1110narchico-qualunquisti vedono nella sconfitta dell'Italia
al Palazzo del Lussemburgo la sconfitta di una classe dirigente incapace e inadegua-
ta giunta fortunosamente al potere. Il primo bersaglio è il presidente dci Consiglio:
"De Gasperi", scrive ad esempio, LU01!10 Qualunque "ha dichiarato di avere
fatto tutto il possibile per evitare quello che è accaduto. In realtà egli ha fatto
troppo poco".
E l'anonimo articolista del periodico di Giannini prosegue con una lunga lista
di omissioni, di errori ma soprattutto di scaltrezze per salvaguardare gli equilibri
in Patria: "De Gasperi è schiavo della situazione interna che egli e il suo governo
hanno creato" (78). Sulle stesse posizioni, con toni più coloriti, si colloca il monar-
chico Mattino d'Italia, per il quale "l'on. De Gasperi ha mostrato d'essere ( ... ) un
negoziatore da strapazzo, ignaro e ingenuo" (79).
(77) Antonio Borgoni, "La crisi della pace", in: Avanti!, 18 giugno 1946, p. l.
(78) "La fruttuosa giornata ciel ministro Byrnes", in: L'Uomo Qualunque, anno III, Il. 27, 3
luglio 1946, p. 3.
(79) "Le «carte» di De Gasperi", in: Il Mattil10 d'Italia, 3 luglio J 946, p. 1.

