Page 109 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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L'OPINIONE ~
( ... ) un pericolo per tutti gli italiani e per il loro avvenire. Invano noi comunisti
abbiamo spesso richiamato l'attenzione sulle ripercussioni che tale politica poteva
avere nella posizione internazionale dell 'Italia" (88).
Sarà, questa, la principale linea polemica comunista per la durata della confe-
renza: anziché rompere con il passato, scriverà in seguito in un altro fondo Ambro-
gio Donini, vi è una classe dirigente che tenta di ribadire una "continuità storica",
non si capisce se con la monarchia liberale o addirittura con il regime, arrecando
un gravissimo danno alla posizione internazionale dci Paese (89). E anche coloro
che, apparentemente, cercano di svincolarsi dal passato sembrano incapaci di pre-
sentare la "nuova Italia": "La verità è che la nuova Italia", scriverà Ottavio Pasto-
re "non è ne' conosciuta ne' apprezzata per colpa della politica svolta sino ad oggi
dai suoi esecutori" (90); una colpa che in un successiyo articolo Montagnana non
nasconde essere in parte in cattiva fede, animata cioè da volontà antidemocratiche
e reazionarie anch'esse, e in parte tipica di chi, a differenza ad esempio dell'ottima
operazione di marketing compiuta da De Gaulle oltralpe, non è stato capace di ven-
dere l'immagine di una nazione riscattata dal fascismo (91). La risposta più drastica
alle posizioni comuniste giunge dal fronte delle destre, dove i monarchici, la cui at-
titudine polemica si è notevolmente accentuata dopo il 2 giugno, si scagliano con-
tro il Pci, l'Unione Sovietica e più in generale contro il "trattato versagliesco" che
tanto Togliatti quanto Stai in di fatto approvano e sostengono (92).
Sui temi più specifici che verranno affrontati a Parigi, le letture sono diver-
se e sovente corrispondenti alle posizioni politiche di provenienza. Per alcuni
si può ancora sperare. Rorsa dimostra fiducia e, nel l ' elencare i nodi gordiani in
fase di apparente scioglimento, rilancia una linea moderatamente ottimista: la
costituzione del Territorio libero di Trieste, approvata il 3 luglio precedente e
ormai certamente parte integrante del trattato da sottoporre all'Italia, è letta
dal direttore del Corriere come un male minore che ha allontanato lo spettro
dell 'annessione jugoslava: da attento osservatore e conoscitore della politica in-
ternazionale, Borsa sa bene -- e non lo nasconde -- che si tratta di una soluzione
limitata nel tempo, almeno fino a un auspicato accordo tra Roma e Belgrado.
(88) Mauro Scoccimarro, "Bilancio della catastrofe", in: {'Unità, 6 agosto 1946, p. l.
(89) Ambrogio Donini, "Nemici della patria", in: {'Unità, 15 agosto 1946, p. 1.
(90) Ottavi o Pastore, "Quali sono i patrioti?", in: {'Unità, 16 agosto 1946, p. 1.
(91) Mario Montagnana, "Anche colpa nostra", in: {'Unità, 12 settembre 1946, p. 1.
(92) "II trattato versagliesco con l'Italia sottoposto all'esame dei Ventuno", in: Il Mattino
d'Italia, 28 luglio 1946, p. l.

