Page 114 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
P. 114

ZI
            ~ ________________________________________________________ ~_IA_R_C_O_C_:t_JZ __
            falso,  come ricorda l'inviato del  Corriere  Filippo Sacchi.  Ma gli  osservatori italia-
            ni  non si  irritano soltanto per le  calunnie lanciate all'anziano leader socialriformi-
            sta: la requisitoria di Visinskji giunge finanche a sminuire il  contributo italiano nel-
            la caduta dell'Impero austro-ungarico, rivendicando per i generali zaristi - dei qua-
            li,  come ironicamente fa  notare Sacchi, egli  si  sente clamorosamente erede e  rap-
            presentante - che respinge  le  accuse  su  di  sé  e  difende sia  l'impegno italiano du-
            rante la  Prima guerra mondiale, sia  la  giustezza  della  linea Wilson, viene dato un
            notevole  spazio  sulla  stampa  "borghese"  e  moderata,  mentre  dell'intera  vicenda
            non v'è traccia nei commenti dell'organo comunista (113).
                Lo  scontro Vishinsky-Bonomi  è  la  dimostrazione  della  reale  portata  della
            vertenza.  Il  confronto  italo-jugoslavo sul  Territorio  libero  è  palesemente  una
            limitata  declinazione  di  una  dialettica  ben  più  ampia,  come intuisce  il  Corrie-
            re (114);  non  a  caso, se  Eugenio  Realc  su  l'Unità  ribadiscc  la  vccchia linea del-
            l'accordo italo-jugoslavo  per 1Ì'ieste ma  anche per una più vasta cooperazione
            tra i duc Paesi,  visto comc uno strumento per di  fatto strapparc l'Italia all'ege-
            monia  occidcntale (115),  Silvio  Bcnco  sul  quotidiano  di  via  Solferino  accoglie
            con  entusiasmo  la  notizia  del la  nota  anglo-americana  contro  gelgrado  e  a  fa-
            vore  delle  posizioni  italianc  sul  Territorio  libero (116):  la  vertenza  sui  confini
            orientali  italiani  appare  sempre  di  più  come  un  prodromo  dell'imminente
            scontro tra i due blocchi e della prossima guerra fredda.  Della cosa si  è accor-
            to  con  sagacia  l'intellettuale  liberaldemocratico  Carlo  Morandi,  per  il  quale
            non  esiste  ormai  una  "categoria autonoma"  di  stati  minori,  ma  solo  due  poli
            d'attrazione contrapposti (117).
                Molto  meno  conflittuale,  anche  perché  (nonostante  le  speranze  di  Borsa)
            praticamente scontata,  è  la  questione  confinaria  occidentale.  La  notizia  della



               (112)  Filippo  Sacchi,  "Linguaggio  impressionante",  in:  Nuovo  Corriere  della  Sera,  6
            settembre  1946, p.l.
               (113)  "Dignitosa ferma  risposta di  Bonomi a Viscinski", in  Ivi.
               (114)  Filippo Sacchi, "Retroscena dci  dibattito", cito
               (115)  Eugenio  Reale,  "La giusta strada",  in:  {'Unità,  14  settembre 1946, p.  1.
               (116)  Silvio  Benco,  "Lampi  di  luce  sulla  realtà",  in:  Nuovo  Corriere  della  Sera,  24  agosto
             1946, p.l.
               (l17)  Carlo  Morandi,  "Pace  senza  domani",  in:  Il  Mondo,  anno  XXv,  n.  34,  17 agosto
             1946, p.  1. Sulla  posizione  di  Morandi dinanzi  al  trattao di  pace si  veda:  Maria  Luisa  Cicale-
            se,  "Gli  intellettuali  alla  ricerca  di  un  ruolo  sulla  scena  internazionale  per l'Italia  uscita  dalla
            guerra fascista"  in:  L'Italia e la  lJOlitica  di  potenza in  Europa (194.5-.50),  cit.,  p. 423 e sego
   109   110   111   112   113   114   115   116   117   118   119