Page 111 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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J:OPINIONE  PUIII\LICA E LE  CLAUSOLE  DEL  TRATlì\TO  DELLA  PACE  DI PARIGI

            Pessimista  appare  anche  l'Avanti!  che  inaugura  un'amena  rubrica  dal  titolo
        "Affari  esteri" a  cura di  Alfredo  Bogardo.  Nella  "puntata" del  28  luglio vengono
        elencati gli  schieramenti presenti alla conferenza dei Ventuno: dal gruppo più for-
        te  (Gran  Bretagna, Dominions e alleati)  non ci  si  può attendere molto. Secondo il
        commentatore socialista,  il  pericolo non giungerebbe tanto dalle  posizioni inglesi
        quanto  dall'intransigenza  greca  ed etiope,  ma  anche  dall'ostilità australiana  e  di
        parte del Sud Africa.  D'altra parte, il  gruppo sovietico ha al suo interno la Jugosla-
        via  (la  "petulante Jugoslavia"),  mentre  la  Francia  ha già  dimostrato sulla vicenda
        cii  Trieste cii  non volere ridurre la portata della punizione e di non sentirsi appaga-
        ta  con le  compensazioni alpine.  Ma la questione è per l'Avanti!  più preoccupante
        dal punto di  vista delle clausole economiche che di quelle territoriali (100).  Su  que-
        sta posizione si  assiste a un importante allineamento tra i due partiti della sinistra.
        Anche i comunisti infatti sostengono che nelle clausole economiche risiede la vera
        insidia:  Mauro Scoccimarro individua  nella  Gran  Bretagna una volontà di  assog-
        gettare l'Italia ad una "schiavitù economica", riducendo il  Paese  "alle dipendenze
        semicoloniali dell'impero anglosassone" (101).
            La  tesi  è parallela alla richiesta, sollevata da più parti ma difesa particolar-
        mente dalla dirigenza comunista, di  superare al  più presto un regime armistizia-
        le  che  metta fine  all'occupazione  militare  anglo-americana, che  evidentemente
        innervosisce sia l'Unione Sovietica che l'alleata Jugoslavia(102). È per questo mo-
        tivo che  ogni  rischio e  ogni  velleità  di  procrastinare  l'approvazione, la  firma  e
        la  ratifica ciel  trattato verranno accolte con ostilità dai  commentatori dell' orga-
        no di  stampa del  Pci (103).  È un tentativo di  spostare il  tiro della pubblica opinio-
        ne  italiana  dall'Unione  Sovietica  e  dalla  Jugoslavia,  indiscutibili  protagoniste
        delle  ultime  settimane  precedenti  con  la  questione  di  Trieste;  ma è  soprattutto
        un diligente allineamento del Pci alle posizioni sovietiche che, non a caso, come
        sottolineerà  Filippo  Sacchi  sul  Corriere,  concentreranno  parte  della  polemica
        con  gli  Stati  Uniti  e  la  Gran  Bretagna  sia  sul  tema  delle  clausole  economiche
        che  su  quello  dell'armistizio,  visti  entrambi  come un  progettato asservimento
        politico dell'Italia (104).

                  I
           (100)  Alfredo  Bogardo, "Affari esteri. Parigi",  in:  Avanti!, 28 luglio  1946, p.  1.
           (101)  Mauro Scoccimarro, "Bilancio della  catastrofe", cito
           (102)  Pietro Ingrao, "Due posizioni", in:  l'Unità,  18  agosto 1946, p.  1.
           (103)  Ambrogio  Donini, "Nemici della  fJatria",  in:  l'Unità,  15  agosto  1946, p.  1.
           (104)  Filippo  Sacchi,  "Retroscena  del dibattito",  in:  Nuovo  Corriere  della  Sera,  17 agosto
        1946, p.  1.
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