Page 113 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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La posizione del Pci non è di nuovo condivisa in pieno dai socialisti, da do-
ve anzi si levano voci esplicitamente critiche nei confronti di Urss, Jugoslavia e
"partito fratello". È da notare ad esempio la posizione di Nino Mazzoni, che dal-
le colonne dell'Avanti! (pur con una premessa della redazione che si dissocia da
parte dell'articolo) non solo liquida la vicenda orientale come un "gioco russo di
cui Tito ne è il braccio" ma condanna il "contegno dei comunisti della Venezia
Giulia cuciti a filo bianco" con il dittatore jugoslavo (l09).
Ai margini dell'argomento principale, si apre anche una vertenza sul porto
franco di Trieste, e Giorgio Biondi, del Corriere, interviene respingendo le propo-
ste sovietiche e jugoslave che tentano di imporre un'amministrazione portuale ben
più radicata (e durevole, di conseguenza), con prerogative ampie e riconosciute;
un coinvolgimento nell'ente d'amministrazione di Paesi apparentemente estranei
all'indotto e al continuum territoriale triestino, come Polonia, Ucraina, Romania e
Albania e infine la cessione esclusiva di alcuni moli all'Italia e alla Jugoslavia. La
considerazione conclusiva di Biondi è inquietante. Se passasse la linea sovietica sul
porto si avrebbe "Una nuova Danzica adriatica ( ... ) Una endless source of frictions,
come temeva il ministro Eden" (110).
La stampa italiana segue con passione i tentativi della delegazione italiana,
nonostante la sua assoluta disparità di potere contrattuale, di arginare le richie-
ste jugo-sovietiche. Come scriverà Silvio Negro, l'Italia è rappresentata al meglio
ma viene trattata nel peggiore dei modi:
"Povera, bistrattata delegazione italiana, relegata fuori dall'uscio, chiama-
ta a parlare solo sugli argomenti che i signori della Conferenza le permettono
e che, quando non è invitata a dire la sua opinione, cerca di essere presente
passando un biglietto a chi, in quella certa occasione e su certi argomenti, può
essere considerato un amico" (111).
La passione si trasforma in rabbia quando il 4 settembre Visinskji si scaglia
contro Bonomi, reo agli occhi del vice ministro degli Esteri sovietico di avere
rievocato la vecchia "linea Wilson" nel dibattito su Trieste. L'ex presidente del
Consiglio italiano viene accusato di essere stato fascista e addirittura ministro
della Guerra nel primo governo di Mussolini, fatto quest'ultimo assolutamente
(109) Nino Mazzoni, 'Tequilibrio spezzato", in: Avanti!, l4 agosto 1946, p. 1.
(110) Giorgio Biondi, "Il trattato cii pace e il porto di Trieste", in: Nuovo Corriere della Sera,
14 settembre 1946, p. 1.
(111) Silvio Negro, "Evitare un nuovo pericolo", in: Nuovo Corriere della Sera, lO
settembre 1946, p. 1.

