Page 119 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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        rOPINIoNE  PUBBLICA E LE  CLAUSOLE  DEL  TRAHATO  DELLA  PACE  DI PARIGI

        E perdute non a colpi di  cannone, o per ben aggiustati lanci di  siluri, o di bombe;
        ma in  una vana logomachia, sapientemente organizzata da tempo" (137).
            Le  sinistre affrontano la stessa tematica con ben altre idee e se l'Unità si  limi-
        ta a registrare con freddezza il  memoriale italiano sulle clausole militari del 30 lu-
        glio, evitando commenti (138),  l'Avanti! critica il  fatto che, anziché occuparsi delle
        clausole economiche  (ritenute come si  è  detto  dal  quotidiano socialista di  prima-
        ria gravi,tà),  la  delegazione italiana abbia presentato come primo memoriale quel-
        lo  sulle clausole  militari e la  flotta da guerra:
            "Cioè la  cosa più  inutile e  superflua che - alla  luce  dell'esperienza passata e
        delle prospettive future - noi si  possa pretendere di conservare. L'Italia è ormai una
        nazione povera:  e quello di  mantenersi  delle corazzate è un  lusso come l'avere la
        villa sui  laghi, in  cui  si  va  quindici giorni all'anno" (139).
            Le  clausole  economiche  sono  accolte  anch'esse  con  deplorazione  ma  anche
        con la preoccupazione di  chi sa di  non essere in grado di  adempierne gli obblighi.
        Il  Sole  di  Milano  definisce  l'impianto  economico  sancito  dai  Ventuno  come  un
        "progetto aspro e pericoloso, seppur ancora indefinito e malcerto" (140).  Bresciani-
        Turroni sul  Corriere scrive che tali  "sanzioni" non appaiono agli  occhi degli  italia-
        ni  meno dure delle clausole politiche anzi, "ne aggravano le conseguenze". Esse so-
        no,  secondo l'economista  del  quotidiano  milanese,  la  riproposizione  della  "con-
        traddizione di  Versailles":  come allora con  la  Germania,  da un  lato si  infliggono
        enormi perdite materiali  (dalla confisca dei  beni  all'estero alla proibizione di  tor-
        nare in possesso dell'oro trafugato dai  tedeschi alla sottrazione delle colonie), dal-
        l'altro si  obbliga  il  Paese alle  riparazioni con il  rischio che, nel caso assai  probabi-
        le  di  insolvenza,  si  giunga  all'occupazione  militare  come  fecero  i  francesi  nella
        Ruhr  del  1923.  L'applicazione  delle  clausole  economiche  comporterebbe  inoltre
        l'esclusione dell'Italia dai  parametri di  Bretton Woods e dal  Fondo monetario in-
        ternazionale,  perché  il  Paese  non  avrebbe  un'adeguata  riserva  aurea  sulla  quale
        rafforzare e stabilizzare la moneta; obbligherebbe lo Stato a gravare sulla popola-
        zione  con una tassazione  compensativa,  con  il  risultato  di  un  impoverimento elei
        cittadini  e  un  calo dei  cpnsumi;  il  Governo  infine  giungerebbe  "per necessità
        economiche" a  proteggere l'economia con una nuova politica autarchica (141).


            (137)  Umberto  Monico,  "La  battaglia  navale  del  Lussemburgo",  in:  J:Uomo  Qualunque,
        anno III,  23  ottobre 1946, p.  1.
            (138)  "Un memoriale italiano sulle clausole militari", in:  l'Unità, 31 luglio  1946, p.  1.
            (139)  Alfredò Bogardo, "Affari  esteri. Il  trattato", in:  Avanti!, 4  agosto  1946, p.  1.
            (140)  "Le clausole economiche del  trattato di  pace", in:  Il Sole,  31  luglio 1946, p.  1.
            (141)  C.  Bresciani -Turroni,  "Clausole  economiche  del  trattato  di  pace",  in:  Nuovo
        Corriere della  Sera,  15  agosto  1946, p.  1.
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