Page 120 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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Ijsmi:~1                                                        MARCO  CUZZI
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                 Il  quadro  descritto è  apocalittico,  e  le  clausole economiche  presentate  dalle
             Nazioni Unite il  29 luglio vengono respinte pressoché da tutti i commentatori ita-
             liani, anche se con divcrse letture circa le  imposizioni ritenute più gravi. Se il Cor-
             riere non smentisce la sua natura industriai-commerciale e dedica una rilevante at-
             tenzione alle clausole sulla  marina mcrcantile, considerate profondamente ingiu-
             ste e  nocive(142),  l'Unità  concentra la sua attenzione sul  sequestro  di  tutti  i beni
             italiani  all'estero,  non  mancando  di  lanciare  una  dura  accusa  al  presidente  del
             Consiglio e capo delegazione a  Parigi  De Gasperi:
                 "L'on.  De  Gasperi  non  ha  saputo  neppure  farsi  pagare  la  condiscendenza
             verso l'Inghilterra e gli Stati  Uniti"(I43).

                 La polemica comunista nei  confronti della  posizione assunta da De Gasperi
             si  riallaccia  a  quello  che  dal  punto  di  vista  italiano  è  l'episodio  più  elevato,  se
             non politicamente senz'altro emotivamente, della conferenza dei Vcntuno, ovve-
             ro  il  discorso tenuto dal presidente del  Consiglio italiano nel pomeriggio dellO
             agosto  1946,  dinanzi  all'assemblea  plenaria  dei  delegati.  La  partenza di  De  Ga-
             speri  e  degli  altri  membri  della  delegazione  per  Parigi  è  accompagnata da com-
             menti  quasi  unanimemente  solidali  ma  tutt'altro  che  confortanti:  "Il  compito
             della delegazione italiana alla Conferenza di Parigi  è  pauroso" si  legge sul  "Cor-
             riere" (144);  mentre per l'Avanti! il  ruolo che la  delegazione dovrà  ricoprire sarà
             "tremendO'; questo della difesa dell'Italia e del suo popolo; De Gasperi dovrà as-
             solvere nell'ora e  mezza che  potrà essergli  concessa sabato venturo  ( ... ) davanti
             ai  rappresentanti e ai  giudici  di  Ventun Nazioni che hanno abbattuto con  la  for-
             za  i regimi  della vergogna totalitaria  fascio-nazista".  La  chiusura del trafiletto è
             a  metà tra  l'incertezza  e  l'avvertimento:  "Ci si  chiede  qui,  con  ansia,  cosa  farà
             De Gasperi"(145).
                 Guido  Gonnella,  dal  suo  abituale  fondo  sul  PO!JOlo,  riassume  i  compiti
             della  delegazione,  a  1110'  di  memorandum:  il  trattato va combattuto, perché è
             ingiusto, in  quanto non tiene conto "sulla bilancia del  diktat" della cobellige-
             ranza;  non  è  costruttivo,  perché mette  in  pericolo la  giovane  democrazia  ita-
             liana  e  ne  impedisce  lo  sviluppo;  è  di  impossibile  esecuzione,  come si  evince



                 (142)  Giorgio  Biondi,  "Il  trattato di  pace  e  la  marina  mercantile",  in:  Nuovo  Corriere
             della  Sera,  27 agosto  1946, p.  l.
                 (143)  Ottavio Pastore, "Quali sono i patrioti?", in:  l'Unità,  16 agosto  1946, p.  1.
                 (144)  "Cltalia a Parigi", in:  Nuovo Corriere della  Sera,  5 agosto  1946, p.  1.
                 (145)  Carlo Aprato, "Un compito trcmcndo", in:  Avanti!, 8 agosto 1946, p.  1.
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