Page 123 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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IXWINIONF l'UI\I\UCA E lI' CLAUSOLE DEL TRAHATO DEUJ\ l'ACE DI PARIGI
La conferenza dei Ventuno si chiude il 15 ottobre 1946 con l'approvazio-
ne di quello che in Italia non soltanto l'estrema destra inizia sempre più a
chiamare diktat (1.';6):
"II capestro per il cobelligerante è pronto", è il triste commento del Cor-
riere; "La durissima pace 'contro' l'Italia è stata approvata dall'assemblea dcl-
le Nazioni Unite".
Ciò che è stato approvato al Palazzo del Lussemburgo "è pace ingiusta". In-
giusto è stato strappare le colonie prefasciste, che a suo tempo erano state conces-
se all'Italia proprio dalla Gran Bretagna; ingiusto è stato sostituire l'Etiopia all'Ita-
lia nel controllo dell'Eritrea, facendo scivolare la colonia primigenia "dal suo livel-
lo di civiltà ad uno di barbarie"; ingiusto è stato sostituire l'Italia con la Gran Bre-
tagna nel controllo della Libia. E poi, naturalmente, vengono elencate dall'anoni-
mo articolista del quotidiano milanese le ingiustizie "in casa": le mutilazioni terri-
toriali compiute senza alcun plebiscito; le riparazioni impossibili da pagare, le im-
posizioni in politica monetaria. Che fare, dunque? Poiché l'articolo 78 non impo-
ne la ratifica italiana, è giusto che il trattato venga "subìto" dal Paese, o che per lo
l11eno si rinvii la firma e la ratifica fino all'ipotizzato trattato con la Germania: per
confrontare i due diktat e capire se il "cobelligerante" e il "nemico assoluto" sono
considerati dai "Grandi", come il Corriere sospetta, allo stesso modo (157).
Le sinistre accolgono la notizia con complessivo sollievo, anche se si ravvisa
nella posizione socialista più amarezza. In ogni caso, scrive Bogardo, respingendo
ogni possibile proposta di modifica che prolunghi la trattativa: "Questo è già il
trattato ( ... ). Meglio tenerci questo trattato, i cui disposti si può sempre cercare di
attenuare, in futuro" (158); si fa strada la linea socialista favorevole alla futura revi-
sione, secondo uno schema che sarà fatto proprio da Nenni dopo la sua nomina a
111 inistro degli Esteri (159).
(156) Alpha, "Trattato o diktat?", in: La Rivolta Ideale, anno I, n. 21, 29 agosto 1946, p. 1.
Il settimanale neofascista tenterà, senza successo, di lanciare una campagna referendaria sul tratta-
to di pace (Chiediamo un referendum sul trattato di pace, in: La Rivolta Ideale, anno I, n. 29, 24
ottobre! 946, p. 1). Sulla posizione del rifuto si attestano anche i l1lonarchici (Nella sua forma at-
tuale il trattato non è accettabile, in: Il Mattino d'Italia, 15 ottobre 1946, p. 1).
(157) "La pace spietata", in: Nuovo Corriere della Sera, lO ottobre 1946, p. I.
(158) Alfredo Bogardo, "Affari esteri. E il trattato", in: Avanti!, 13 ottobre 1946, p. I.
(159) Danilo Ardia, "Il rifiuto della potenza: il Partito socialista italiano e la politica
di potenza in Europa (1943-1950)", in: L'Italia e la politica di potenza in Europa (1945-50),
cit., p. 261. Sul trattato Nenni si dimostra possibilista sin da subito: "È duro" scriverà sul
suo diario il 7 ottobre, pochi giorni prima della chiusura della Conferenza "Tuttavia non ci
schiaccia" (Pietro Ncnni, cit., p. 28.1).

