Page 156 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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Sulla possibile scelta neutrale dell'Italia si svolse un ampio dibattito che ebbe
tra i protagonisti esponenti politici di varie forze politiche e dello stesso partito di
governo. Il periodico della sinistra democristiana, Politica d'oggi, scriveva: «Dob-
biamo sforzarci di impedire che i due blocchi si polarizzino sempre di più, e per
quanto riguarda la posizione dell'Italia fare adeguata resistenza perché non ci si
trovi stretti più del necessario all'America. Urge in Europa la formazione di una
unità occidentale che si inserisca tra il mondo anglosassone e la famiglia slava (73)>>.
È, quindi, comprensibile come venisse considerato con sospetto il Patto di Bruxel-
les che includeva la Gran Bretagna «con troppi legami al di fuori dell'Europa» [gli
Stati Uniti], e come, invece, si guardasse favorevolmente a una unione doganale tra
Italia e Francia. Nenni, negli ultimi giorni di novembre 1948, presentò una mozio-
ne con la quale censurava l'operato del governo che perseguiva «il deliberato pro-
posito di impegnare il Paese nel blocco militare delle potenze occidentali liquidan-
do le istanze legittime di una politica di neutralità (74)>>. La sinistra democristiana
voleva evitare di confondere la propria posizione con quella sostenuta da Nenni e
dal Partito comunista, legato al Cominform. Cercava un chiarimento complessivo
nel mondo cattolico e soprattutto all'interno della stessa DC. Il 29 novembre
1948, si tenne la riunione del gruppo parlamentare democristiano della Camera
dei Deputati per discutere la posizione da tenere in aula (75). De Gasperi informò
che non vi erano negoziati o impegni di sorta e che più che decidere l'adesione o
meno a una alleanza militare occorreva assumere un indirizzo politico di fronte al-
la sempre più grave situazione di minaccia alla sicurezza europea da parte sovieti-
ca e come in questo contesto una posizione di neutralità avrebbe condotto alla per-
dita della libertà e della democrazia. In relazione alle comunicazioni di De Gaspe-
l'i è utile ricordare quanto detto in precedenza sulla grande discrezione sua e di
Sforza in relazione ai colloqui con gli altri Paesi che, lo stesso Sforza, nel suo libro
di memorie, definì «veramente segreti». Dossetti, prendendo la parola, criticò il
governo per le scarse informazioni fornite ma evitò di contrapporsi frontalmente
a De Gasperi, scegliendo di presentare un ordine del giorno che, aggirando le po-
sizioni di questi, proponesse di «concordare con gli altri Paesi europei una formu-
la per dare inizio all'unità dell'Europa da ricercarsi al di fuori dei raggruppamen-
ti di immediato carattere militare (76)>>. Era la cosiddetta linea della «neutralità at-
tiva» che teneva ben presente la debolezza militare italiana e la sua collocazione
(73) A. Marinelli, "Linee di politica estera", in: Politica d'oggi, giugno 1948 p. 74-76.
(74) D. Ardia, Il Partito socialista, cit., p. 268.
(75) G. Di Capua, Come l'Italia aderì al Patto Atlantico, Roma, 1969, p. 87-120.
(76) G. Di Capua, Come l'Italia aderì ... , p. 88-93.

