Page 186 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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- RENATO BATTISTA LA RACINE
ed il divieto di partecipare ai cortei a quasiasi titolo. Indubbiamente all'interno del-
la Marina la propaganda monarchica è attiva in forme non sempre discrete e di es-
sa è veicolo il giornale Buona Guardia, redatto presso il Ministero con il logo
"Bianca Croce di Savoia Dio ti salvi e salvi il Re", all'armistizio rivolto a valoriz-
zare l'opera della Marina e poi implicitamente sostegno monarchico in previsione
del referendum; all'accademia navale di Brindisi dopo la Messa si canta l'inno
sardo ("Conservi Dio il Re e salvi il regno sardo e gloria allo stendardo ... ").
Erano già state indicazioni di questo orientamento le manifestazioni a sfondo
monarchico a favore di Fecia di Cossato da parte degli equipaggi delle torpedinie-
re a Taranto nel giugno 1944 (12); atteggiamenti di ostilità della Sinistra a Roma sin
dal 1944 erano sfociate nel febbraio 1945 nell'invasione da parte di un gruppo di
marinai degli uffici dell'Avanti(13). Secondo testimonianze dirette di quel tempo,
anche all'interno dell'accademia navale sono in atto iniziative individuali di propa-
ganda monarchica presso il personale civile.
Taranto è la base navale per la quale gli avvenimenti intorno al referendum so-
no meglio documentati. Il 25 aprile 1946, in questa città, una rappresentanza del
battaglione "Bafile" del San Marco che ha partecipato ad una cerimonia di cele-
brazione del primo anniversario della Liberazione, sulla via del rientro in caserma
si scontra con un corteo di dimostranti della Sinistra con grandi proteste dei rela-
tivi partiti. Il sottosegretario della Marina Schiano, che già nel suo indirizzo al per-
sonale militare del gennaio 1946 all'atto dell'assunzione della carica, aveva esorta-
to a "far prevalere il senso del dovere per l'interesse superiore", il 4 maggio giun-
ge a Taranto e in un discorso invita i marinai a "non commettere gesti insensati";
corre voce, infatti, che in relazione al destino della flotta per lo sfavorevole anda-
mento dei negoziati per il Trattato di Pace vi siano propositi di autoaffondare le
navi. Secondo un rapporto della prefettura di Taranto, 1'8 maggio un corteo del
"Movimento Democratico Italiano" e dell'''Unione Monarchica" con partecipa-
zione di marò del San Marco e marinai, si reca all'ammiragliato per dichiarare l'in-
tento di affondare le navi piuttosto che cederle, sopratutto a Unione Sovietica e Ju-
goslavia. Manifesti in tale senso compaiono anche a La Spezia. La situazione ver-
rà bene espressa dal ministro della Marina Micheli, successore di de Courten do-
po il referendum, in una seduta del consiglio dei ministri del 31 luglio 1946(14),
(12) F. Bargoni, "Per la Patria e per il Re", Rivista Marittima //2001.
(13) de Courten, op. cito p. 508.
(14) Presidenza del Consiglio dei Ministri, Verbali del consiglio dei ministri luglio
1943-maggio 1949, Poligrafico dello stato e zecca, 1994.

