Page 187 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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IL RAPPORTO TRA LA MARINA F LA NAZIONE IlAI.IJ\ LIBERAZIONE ALLA CADUTA DEL MURO ili I\ERI.INO Il
quando nell'esporre la situazione psicologica della Marina egli afferma "di aver
svolto opera di persuasione per attenuare risentimenti ed evitare la possibilità di
un rifiuto da parte degli equipaggi di osservare le condizioni del Trattato, a meno
che questo non fosse respinto dal governo". Le navi della flotta hanno valore bel-
lico ormai trasurabile e nei quadri dirigenti della Marina lo sdegno per l'iniquo
trattamento ha anche probabilmente il sapore di retrospettivo rammarico per il
mancato autoaffondamento delle navi all'armistizio; echi di ciò si possono trarre
anche dal verbale dell'adunanza del Consiglio Superiore di Marina di fine luglio
1946, quando ancora si ha il dubbio che le navi vengano considerate" preda bel-
lica" e non possano piuttosto essere trasferite con bandiera mercantile dopo le lo-
ro radia,,-ione, come poi è avvenuto. Ancora nel 1958 l'ammiraglio Galati in un suo
articolo su Candido ricorderà la sua fiera opposizione 1'8 settembre alla resa a Mal-
ta, scontrandosi con Da Zara. Ma il problema è che l'affondamento delle navi suo-
nerebbe come atto di sfiducia all'azione governativa e che esse sono il segno visi-
bile di una istituzione che contribuisce alla pace sociale con l'erogazione di molte
decine di migliaia di stipendi e di salari tra militari e civili.
A Venezia in piazza San Marco, il 9 maggio 1946 - giorno dell'abdicazione di
Vittorio Emanuele III - il concerto di una banda di una nave della R. Navy è l'oc-
casione per una manifestazione a sfondo nazional-monarchico di profughi giulia-
ni, cui si uniscono molti marinai della base; vive le proteste deIl'A.N.I~I. nei con-
fronti dell'ammiraglio comandante militare marittimo. Il 12 maggio nuovamente
personale di Marina partecipa a '(;1I'<1nto ad una manifestazione dell'''Uomo Qua-
lunque", ma viene frustrato il tentativo di assalto alla sede ciel I~c:.I.. Il 15 maggio
a San Giorgio Jonico manifestanti con numerosi marò ciel San Marco, dopo un
tentativo infruttuoso di raggiungere la sede del I~C.I., invadono la casa del sinda-
co socialista. In pari data marinai sono coinvolti in manifestazioni monarchiche a
Napoli. In maggio tra la folla che acclama Umberto II al Quirinale ci sono ufficia-
li e marinai. Due articoli su r;Unità del 21 e 22 maggio sono fortemente critici nei
confronti di de Courten e indicano - quale che sia l'attendibilità di tale afferma-
zione - ilei Servizio Informazioni Segrete della Marina la sede dell'attività antire-
pubblicana; secondo lo stesso giornale anche a Messina il 30 maggio marinai sa-
rebbero coi nvol ti i n man i festazi 011 i ll1onarchiche.
Possiamo quindi dare una lettura critica delle memorie di de Courten: là do-
ve egli testualmente dice" ... In quel periodo (NdA: prima del referendum) eb-
bi la sensazione precisa di essere un "vigilato speciale" da parte del governo ...
in quelle vibranti giornate il Presidente del Consiglio mi chiamò ripetutamente
al telefono con i più speciosi pretesti, chiese di vedermi ogni giorno e cercò di
sondare in ogni forma quali potessero essere i miei orientamenti e gli elementi

