Page 190 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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            trame dei  partiti  monarchici e del  San  Marco destabilizzanti  l'ordine repubblica-
            no,  sostanzialmente  condivide  le  loro  richieste:  sostituzione  dci  comandante  del
            dipartimento, scioglimento del reparto del San Marco o quantomeno il  suo trasfe-
            rimento, abolizione del  Servizio piazza e trasferimento immediato del suo coman-
            dante.  Una nota a mano a margine di  un suo rapporto indica che è possibile che la
            sostituzione del comandante del dipartimento sia già stata decisa: in settembre egli
            lascia l'incarico ma potrebbe essere invece a sua richiesta per motivi di salute.  Il  1S
            giugno  il  battaglione "Bafile"  viene trasferito a  Brindisi  con  poco gradimento del
            prefetto della città; entro la  fine dci 1946 reggimento San Marco e Servizio di piaz-
            za vengono disciolti  in tutte le  basi. A Roma l'Il giugno grande è il  rammarico di
            de Courten nell'apprendere che nel  corteo che festeggia  la  vittoria della repubbli-
            ca partecipano ufficiali  di  Marina. A Napoli  per molti  giorni regna il  caos (undici
            morti e più di duecento feriti)  e nei gravi incidenti del  12 con l'assalto alla sede del
            I~C.I., secondo la stampa, sono coinvolti anche marinai, mentre i dimostranti mo-
            narchici  del  rione  Santa  Lucia tentano  di  irrompere  nei  locali  del  distaccamento
            Marina per impossessarsi  delle armi.
                A far dimenticare  le  accuse che la  Marina abbia sostenuto la  monarchia, non
            a caso è Maugeri, ancora ammiraglio di divisione e con il suo passato di  lotta clan-
            destina, che alla  fine  del  1946 sostituisce de  Courten  nella carica di capo di  Sta-
            to Maggiore e il  giornale Buona Guardia viene presto soppresso. Con il  giuramen-
            to alla repubblica nel  novembre 1946 il  referendum viene completamente dimen-
            ticato  e  la  fedeltà  allo  stato  rimane  immutata  con  la  nuova  forma  istituzionale.
            Con la  fine  del 1946 la  partecipazione del  personale a manifestazioni ha definiti-
            vamente termine e  la  documentazione disponibile indica che entro il  1948  la  si-
            tuazione disciplinare è completamente normalizzata. Sporadici incidenti sono do-
            vuti a  provocazioni esterne (Drag.  309, Venezia agosto  1949).

                Il  momento è  uno dei  più sofferti  della storia della Marina perché, a parte il
            punitivo  Trattato  di  Pace,  nell'immaginario  collettivo  la  promessa  di  un  ordine
            nuovo, implicita nella  fondazione della repubblica, non trova in questi anni  alcun
            riscon~ro nella  realtà.  I~:  immutata  una  profonda ammirazione per quanti  hanno
            valorosamente combattuto, ma - non diversamente che per le altre istituzioni del-
            lo stato - si  sente tradita la speranza di  un ammodernamento delle strutture e dei
            regolamenti,  dell'accertamento  delle  responsabilità  nella  preparazione  e  nella
            condotta del  conflitto, di  un  più  rapido  ricambio dei  gradi  più elevati  della Ma-
            rina che,  magari  solo  per sfortuna, erano stati  protagonisti della  sconfitta.  Della
            monarchia non si  parlerà più, salvo un'interrogazione al  Senato nell'ottobre 1948
            per la  visita a Umberto" a Cascais da parte della squadra olimpionica di  vela, di
            cui  fanno  parte anche due ufficiali  di  Marina.
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