Page 250 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
P. 250

CA
            ~~ _________________________________________________ N_IC_'O_I_.A_I_.A_B_A_N __
            economiche ed amministrative nella vita delle forze  armate  nazionali.  Le  osser-
            vazioni  che  nei  decenni  successivi  divennero  consuete  nelle  più  critiche  analisi
            dei  bilanci  militari  firmate  dagli  esperti  di  arms-control  sono in  nuce  delineate
            già in  questi  documenti  della  Corte.  L'illeggibilità dei  bilanci  militari  anche per
            il  coacervo di  uscite diverse imputate negli stessi capitoli, la  pratica della procra-
            stinazione delle spese trasformate in impegni  per gli  anni successivi  (pratica che
            vanificava la possibilità di  un controllo anno per anno delle spese militari), le  ir-
            rituali  modifiche ordinamentali dell'istituzione militare tramite semplici circola-
            ri  ministeriali (quindi scavalcando il  sindacato parlamentare), il  ricorso senza al-
            cun tipo di  controllo contabile o politico ai  capitoli per le  spese riservate, il con-
            trasto fra  nonne nazionali e  prassi  estere in  tema di  impegni previsti dai  trattati
            internazionali,  le  incredibilmente  resistenti  sopravvivenze  delle  differenze  fra
            forze  armate in  una  fase  che  avrebbe  dovuto  essere  caratterizzata  dal  principio
            della cooperazione interforze, l'eccessivo peso delle spese per il  personale rispet-
            to alle  magre  risorse dedicate  all'ammodernamento:  sono solo alcuni  degli  ele-
            menti  che  ricorrono,  censurati,  nelle  relazioni  della  Corte  dei  Conti  sui  bilanci
            militari  degli  anni Sessanta e Settanta. Assieme a questi,  per certi versi riassunti-
            vo di  tutte queste altre osservazioni, stava il  rilievo che la Corte muoveva ad ogni
            relazione circa il  numero extra-organico dei  generali:  una cifra che andava mol-
            to al  di  là di  quella prevista dagli  ordinamenti in vigore, e che contrastava con il
            difetto  di  giovani  ufficiali inferiori.
                C'era un  filo  conduttore  in  questi  rilievi  mossi  dalla  Corte  dei  Conti  alla
            Difesa.  Esso  era  rappresentato  dalla  constatazione  di  una  serie  coordinata  di
            tentativi  dell'amministrazione militare di  sfuggire al  complesso meccanismo di
            controlli  che esistevano  da tempo,  che la  Repubblica aveva rinnovato e  che  lo
            svolgersi  della storia politica  nazionale  dalla  ricostruzione  al  centrismo al  cen-
            trosinistra aveva ampliato.  La Corte quindi  non denunciava solo le  inclinazioni
            normalmente  autoreferenziali  proprie  di  ogni  burocrazia.  Nel  ripetersi  anno
            dopo anno, decennio dopo decennio delle solite infrazioni le  relazioni  stigma-
            tizzavano  la  già  nota  pulsione  all'autonomia  della  struttura  militare  italiana,
            dall'Unificazione in  poi.
                Se  i  bilanci militari, sintetizzava la  Corte, sembravano ancora stesi  per evita-
            re ogni controllo, non si  trattava però di  un  copione sempre .uguale.  Le  relazioni
            riconoscevano  gli  avanzamenti  e  gli  ammodernamenti  della  "macchina"  militare
            degli  anni Sessanta e Settanta. Ma alcuni tratti di  fondo della cultura amministra-
            tiva militare italiana apparivano ripresentarsi inalterati anche in quei  decenni, qua-
            si  la  democrazia repubblicana non avesse portato con sé una serie di  responsabilità
            nuove per le  amministrazioni.
   245   246   247   248   249   250   251   252   253   254   255