Page 252 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
P. 252
III NICOLA LA BANCA
promozionali e della loro applicazione possa essere scritta, ha un notevole interes-
se rileggere le pagine delle relazioni. Anno dopo anno le relazioni della Corte dei
Conti misurarono con interesse ma anche con scetticismo i cambiamenti. Dal pun-
to di vista contabile e di tenuta dei bilanci, la "ristrutturazione" ebbe ad esempio
risultati diversi da quelli attesi, a livello di maggior leggibilità e controllabilità dei
bilanci. Le procedure semplificate previste dalle leggi promozionali finirono per
accentuare - ad esempio nel caso delle acquisizioni di beni e servizi, soprattutto si-
stemi d'arma - la confusione e la misteriosità dei bilanci militari. Anche a seguito
del carattere ingente degli stanzia menti previsti da quelle leggi, la pratica dei resi-
dui di bilancio aumentò. Le spese all'estero, che continuavano ad essere legate agli
accordi internazionali sottoscritti, offrirono addirittura spunto per indagini forma-
li condotte dalla magistratura contabile. A livello di controlli, insomma, la Corte
non traeva particolari soddisfazioni dalle leggi di "ristrutturazione" varate con un
sostegno politico diverso e più ampio di quello delle sole forze di governo.
Lo spirito interforze stentava ad attecchire. Con sua sorpresa la Corte scopri-
va e rilevava che alla metà degli anni Ottanta le norme regolanti le assenze per ma-
lattie erano ancora differenziate per forza armata ... Le conduzioni di spese e con-
ti fuori bilancio si erano ristrette rispetto ai decenni precedenti, ma continuavano
a sussistere e in una misura che suscitava il disappunto della Corte. Il sentimento
era comprensibile se si pensa che in tante sue relazioni precedenti aveva insistito
con la Difesa sulle ne'cessità di superare queste gestioni che, anche quando di lieve
entità economica, rappresentavano il segno del permanere della più vecchia tradi-
zione di completa autonomia delle spese militari da qualsiasi controllo civile.
Se qualche anno prima erano stati i magazzini militari e la loro gestione al di
fuori di ogni controllo a rappresentare la croce della Corte dei Conti, a metà de-
gli anni Ottanta le sue relazioni insistettero più volte su un altro tema: quello del-
la insufficienza dei controlli interni all'amministrazione militare. Il servizio di·
ispettorato, scriveva la Corte - ma meglio sarebbe dire denunciava, visto il tono di
quelle pagine -, era assolutamente inadeguato alla complessità dell'istituzione mi-
litare. Se voleva continuare ad essere chiusa ai controlli esterni, sembravano dire
le relazioni, che almeno la Difesa si assicurasse un sistema di controlli interni: ma
con un così ridotto numero di ispettori, suggeriva la Corte, sembrava difficile che
quel sistema interno potesse funzionare.
Si ripetevano invece nelle relazioni i rilievi di un tempo all'indirizzo della Dife-
sa: ridotta sensibilità all'importanza dei controlli, problematicità e mancanza di tra-
sparenza delle spese all'estero e comunque legate ad accordi internazionali, mancato
rispetto degli organici per quanto atteneva al personale (con sovrabbondanza degli
ufficiali generali o superiori e scarsezza di quelli inferiori), misure tampone ecc.

