Page 326 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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IIFI SALVATORE MINARDI
La posizione dci PSI è espressa alla Camera da Labriola che chiede al governo
una più incisiva presenza in sello all'Alleanza Atlantica e alla CEE affinché si ope-
ri per perseguire "un effettivo clima di distensione nell'ambito di trattative globa-
li, che non ignorino la peculiarità del contesto del nostro Paese e la stessa posizio-
ne da esso recentemente assunta, di garante di quella neutralità di Malta oggi nem-
meno velatamente minacciata dalle abbondanti rivendicazioni marittime della Li-
bia"(68). Prima eli Labriola si era però levata la voce dissenziente di Riccardo Lom-
bardi che aveva espresso seri dubbi in ordine alla concretezza dei negoziati sul di-
sanno, la cui iniziativa aveva definito "carente di un qualsivoglia disegno procedu-
rale". Di qui la sua critica all'approccio "indivisibile alla distensione preliminar-
mente impresso alle trattative, e tale ( ... ) da inibire praticamente ogni possibilità di
successo" in Europa(69). Illiberale Zanone sottolineò l'identità di vedute con le po-
sizioni del governo e giudicò positivamente la decisione di installare i Cruise a Co-
miso "anche perché proprio la politica posta in essere dall'Unione Sovietica non
aveva fino allora consentito l'applicazione della cosiddetta clausola dissolven-
te" (70). Per il PSDI Belluscio dichiarò che la "corsa al riarmo, di cui le decisioni
americane di quei giorni e quelle che probabilmente sarebbero seguite erano una
manifestazione soltanto", traeva origine dal "riarmo compiuto in prima istanza
dall'Unione Sovietica, riarmo i cui risultati" avevano "obiettivamente assecondato
lo espansionismo di Mosca verso nuove aree mondiali", rendendo "più difficili
reali trattative sul disarmo"(71).
Il Partito Comunista, nel suo lento processo di avvicinamento al potere,
sui problemi di politica internazionale e di politica militare era venuto sosti-
tuendo alla tradizionale linea antioccidentale l'adesione solenne, con la dichia-
razione comune sulla politica estera della "grande intesa" del IO dicembre
1977, all'Alleanza Atlantica, oltrepassando così "la soglia di non ritorno" (72),
e l'evoluzione verso il consenso alla scelta europeistica e verso un pur cauto at-
teggiamento critico nei confronti di talune scelte di politica estera dell'Unione
Sovietica. Durante il dibattito alla Camera sugli euromissili in Sicilia, Giancar-
lo Pajetta rivendicava esplicitamente l'autonomia della "posizione comunista
(68) Ibidem, p. 3 J -32.
(69) Ibidem, p. 28.
(70) Ibidem, p. 28-29.
(71) Ibidem, p. 33-34.
(72) Giampaolo Calchi Novati, "Sulla politica estera del l'CI", Mondoperaio, febbraio
1980, p. 19.